Cedolare secca e canone libero: pare questo il binomio contrattuale più conveniente ai proprietari di case in affitto. Stando all’indagine pubblicata da Il Sole 24 Ore, si tratta di regole d’oro in fatto di convenienza sul fisco degli affitti.
Dopo l’ultima modifica dettata con il decreto sull’Imu, l’aliquota della cedolare secca sulle locazioni a canone concordato si riduce infatti dal 19 al 15 percento, lasciando inalterata al 21 percento quella sugli affitti liberi. Il taglio della cedolare si applica già dal 2013 e si associa al rincaro Irpef, scattato da gennaio.
«Fino al 2012, la cedolare era mediamente vantaggiosa dal terzo scaglione Irpef in poi; in pratica, da 28mila euro di imponibile in su.
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