Speciale Pubblicato il 31/07/2013

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Mettersi in proprio: le caratteristiche dell’imprenditore

di Dott. Tommaso Licchetta e Dott.ssa Roberta di Chiara

Essere imprenditori richiede alcune doti particolari, le sole buone competenze tecniche non possono essere sufficienti per guidare al successo un’impresa.



Il profilo dell’imprenditore conta molto nel successo di un’iniziativa. Qualunque sia la via per la quale si giunge alla creazione d’impresa, un importante fattore di successo è rappresentato dalla stretta interrelazione tra competenze tecniche, capacità organizzative e gestione dei rapporti interpersonali, che solo l’imprenditore in quanto tale può assicurare.

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Creatore d’impresa: corredo personale

Aprire un’attività in proprio è un desiderio anche troppo diffuso. Lavorare “senza padroni” e senza i cosiddetti “vincoli di subordinazione” è un’allettante alternativa all’impiego nella pubblica amministrazione o al lavoro dipendente nel settore privato.
Ma come si fa ad avviare un’attività d’impresa? Quali doti occorrono per crearsi una reale opportunità di lavoro?
Prima di decidere di mettersi in proprio è necessario tenere in considerazione alcuni aspetti che riguardano le caratteristiche che un imprenditore dovrebbe possedere:
Tutto questo non basta. Peraltro, l’eccellenza nei risultati dipenderà essenzialmente dalla capacità di:
Ma come si può esercitare un controllo ottimale sulle performance individuali e di gruppo? Ecco la logica progressiva che potremmo consigliare:

La gestione del tempo

Il successo nella vita personale e professionale è dato da un atteggiamento virtuoso nei riguardi del tempo. E, per l’imprenditore, è davvero importante fare attenzione a come impiega il suo tempo.
È una risorsa critica da gestire, non ritorna, non si ricrea e non si risparmia. Il tempo misura la crescita e decreta il successo o il fallimento di persone e aziende. Aumenta il valore di un prodotto o lo riduce. Le sue dinamiche sono: la velocità, l’anticipazione e la flessibilità. La velocità aumenta i margini di redditività per quelle aziende che sono capaci di fare meglio e più velocemente. L’anticipazione avvantaggia le aziende in grado di sfruttare con anticipo i bisogni latenti dei consumatori. La flessibilità aumenta il valore del prodotto delle aziende capaci di rispondere al mercato in tempi brevi. Il tempo è quindi un fattore a valore aggiunto, moltiplicatore dei risultati.
È importante ciò che dà valore aggiunto, ciò che è vitale fare o indispensabile conseguire. È urgente l’attività in cui è indispensabile essere veloci nella risposta e nella reazione. Un’annotazione: è vero, l’urgenza scaccia sempre l’importanza, ma, ogni volta che possiamo, sarebbe bene, invece, indulgere - decisamente e per il tempo necessario - sulle cose importanti (per quanto non urgenti), per un duplice ordine di ragioni:
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