Le dichiarazioni del datore di lavoro contenute nel verbale di denuncia infortunio possono assumere natura confessoria e nel giudizio possono essere utilizzate contro di lui anche in assenza di precisazioni o testimoni, ai fini dell’accertamento della responsabilità concernente il danno subito dal lavoratore. In particolare, la denuncia inviata dal datore di lavoro all'Inail, negli infortuni sul lavoro, può attribuirsi valenza di confessione stragiudiziale. La decisione della Corte di Cassazione lavoro n. 8611 è datata 9 Aprile 2013.
IL CASO
Con ricorso al Tribunale di Treviso, F.P. richiedeva il risarcimento dei danni da infortunio sul lavoro al Mobilificio Xy S.r.l. Nel posto di lavoro infatti era avvenuta la sua caduta da un'alta scaffalatura, come denunciato dal datore di lavoro nella dichiarazione all'INAIL, con serie conseguenze di trauma cranico commotivo.
Il Tribunale respingeva tale ricorso non riconoscendeo valore di prova alla denuncia per mancanza di precisazioni e prove testimoniali. In sede di ricorso come causa dell''infortunio veniva infatti ipotizzato uno scivolone e urto contro un ostacolo fisso.
F.P. proponeva Appello avverso tale gravame, rigettato dalla Corte d’Appello di Venezia con sentenza n. 626/08.
Il processo si svolgeva anche in contraddittorio degli istituti assicurativi interessati.
Ricorreva in Cassazione con cinque motivi F.P. e resistevano con controricorso il Mobilificio SM S.r.l. e uno degli istituti di assicurazione.
Il ricorso viene accolto in forza del terzo motivo per il quale la denuncia del fatto da parte del datore di lavoro all'INAIL può valere come prova stragiudiziale e confessione.
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