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La rilevazione dei ratei e dei risconti si rende necessaria per il rispetto del principio della competenza, principio cardine nella redazione del bilancio. Esso stesso viene richiamato espressamente dal codice civile all'art. 2423 bis, comma 1, punto 3 , che recita: "Nella redazione del bilancio le componenti positive e negative di reddito devono essere rilevate per la quota maturata nell’esercizio, a prescindere dalla loro manifestazione finanziaria".
In altri termini, le componenti positive e negative del reddito d'impresa debbono essere imputate per la relativa determinazione nell'esercizio in cui le stesse vengono conseguite o sostenute, indipendentemente dalla loro manifestazione numeraria.
Dalla applicazione di questo principio discende quello di correlazione tra i costi utilizzati nel processo produttivo e i flussi di ricavi che derivano dalla cessione dei beni ottenuti dagli stessi cicli produttivi, ponendo l’attenzione sul fattore “tempo”.
In sede di chiusura dell’esercizio, l’aspetto economico diviene quindi il momento rilevante di osservazione, in quanto la finalità principale della contabilità diviene quella di procedere alla determinazione del reddito d’esercizio.
Tra i ratei e i risconti non devono essere inclusi i ricavi, proventi, costi ed oneri che sono imputabili esclusivamente all'esercizio cui il bilancio si riferisce, anche se formalizzati in quello successivo.
I ratei attivi e passivi rappresentano crediti e debiti in moneta. Essi misurano, rispettivamente, quote di proventi o di costi, la cui manifestazione numeraria avverrà in un successivo esercizio (in via posticipata), ma di competenza, per la parte da essi misurata, dell'esercizio a cui si riferisce il bilancio. Si tratta di operazioni il cui costo/ricavo matura in funzione del tempo.
Quindi il rateo è un valore numerario, per la precisione un valore numerario presunto.
I ratei sono attivi se tengono conto di entrate future relative a ricavi già maturati, ma non ancora liquidati. I ratei sono passivi se sono relativi ad uscite future relative a costi già maturati, ma non ancora liquidati.
Rappresentano scritture di integrazione rilevate a fine esercizio, in quanto se si deve integrare il reddito con una quota di costo, si ha un rateo passivo, se si deve integrare il reddito con una quota di ricavo si ha un rateo attivo.
I risconti attivi o passivi esprimono quote di costi o proventi rilevati integralmente nell'esercizio in corso od in precedenti esercizi (manifestazione numeraria anticipata) e rappresentanti la quota parte rinviata ad uno o più esercizi successivi. Anch’essi come i ratei, sono legati a costi/ricavi che maturano in funzione del tempo, ma a differenza degli stessi sono scritture di rettifica/storno. Infatti a fine esercizio occorre stornare una quota del componente di reddito già rilevato, ma comune a due esercizi: se si rettifica una quota di costo si ha un risconto attivo, se si deve rinviare una quota di ricavo si ha un risconto passivo.
Quindi il risconto è un valore economico.