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DIRITTO/
CODICE DELLA CRISI D'IMPRESA E DELL'INSOLVENZA/
CODICE DELLA CRISI D'IMPRESA E DELL'INSOLVENZA
La legge fallimentare (così come modificata ed integrata anche nel corso del 2012) prevede che il debitore possa depositare, con la domanda per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo e la documentazione di cui all’art. 161, anche un accordo di ristrutturazione dei debiti.
Le modifiche alla legge fallimentare hanno novellato la disciplina relativa al piano di risanamento, all’accordo di ristrutturazione dei debiti, e del concordato preventivo, prevedendo in particolare una maggiore protezione delle imprese in crisi che tentano una soluzione alla crisi di impresa.
Nel caso in commento il soggetto, indagato per associazione a delinquere risultava egli stesso amministratore del trust, in pratica fiduciario di se stesso. Ciò indubitabilmente configurava la nullità del trust , costituito in realtà ai fini di frode fiscale e quindi la validità del sequestro dei suoi beni. Questo quanto stabilito dalla V sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 15276 del 30 Marzo 2011
La Corte di Cassazione torna sul tema della bancarotta e chiarisce che la circostanza di essere un semplice amministratore di fatto non esime dalla responsabilità per bancarotta. Il codice civile infatti non esclude la possibilità che l’esercizio delle funzioni di amministratore di fatto si verifichi contemporaneamente all’esplicazione dell’attività stessa da parte di altri soggetti di diritto. Si chiarisce così i motivo per cui è possibile infliggere una condanna per bancarotta documentale all'amministratore dell'azienda fallita che non detenga in modo corretto le scritture contabili, anche non obbligatorie. Questa la sentenza n. 15065 del 13 Aprile 2011.
SE UNA SNC NON IMPUGNA IL DECRETO INGIUNTIVO, LO STESSO ATTO DIVENTA DEFINITIVO NEI CONFRONTI DEI SOCI CHE NON ABBIANO FATTO OPPOSIZIONE. INOLTRE, I SOCI STESSI NON POTRANNO NEMMENO RIVENDICARE LA PRESCRIZIONE PRECEDENTEMENTE MATURATA NEL TENTATIVO DI EVITARE IL VERSAMENTO.
Il liquidatore dei beni del concordato preventivo non può essere considerato soggetto attivo dei reati di bancarotta di cui agli artt. 223 e 224 legge fall., richiamati nell’art. 236, comma secondo, n. 1, stessa legge, in quanto non espressamente menzionato tra gli autori propri dei suddetti reati, per come vengono indicati da tale disposizione né può essere ricompreso nella categoria dei “liquidatori di società” menzionata dalla stessa disposizione. Questo il principio di diritto ribadito dalle Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza n. 43428 del 7 Dicembre 2010
All’IRAP si applica la disciplina dell’ILOR e le società di riscossione devono essere rimborsate delle spese per l’ammissione al passivo del fallimento, questo quanto chiarito dalla Corte di Cassazione Sentenza n. 4861/2010
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SCOPRI TUTTI GLI ABBONAMENTISegnalazione alle imprese del debito IVA scaduto e non pagato da parte dell’Agenzia delle Entrate: le nuove soglie previste dal Codice della Crisi modificato dal DL Semplificazioni