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VENDITA IMMOBILE DA PADRE A FIGLIO.

M

Marco Salvatore

Ospite
Un padre con tre figli, di cui uno disabile e percipiente una pensione d'invalidità, decide di "vendere" più di un immobile proprio a quest'ultimo figlio per tutelare il suo futuro nei confronti degli altri due figli che potrebbero rivendicare le loro quote ereditarie.

Al momento della successione, come possono gli altri due figli esclusi dimostrare che la vendita degli immobili è in realtà una vendita simulata e quindi rientrante in una forma di donazione indiretta soggetta all'art. 737 del codice civile e seguenti?

Chi ne sa qualcosa ....si faccia avanti!

Saluti, Marco.
 
Faccia figurare che la vendita è stata sovvenzionata con un finanziamento.
Metta un prezzo di mercato, o un intorno di questo, e non la solita rendita moltiplicata.
Il presente parere è solo indicativo
 
Buongiorno Paolo,

Ti ringrazio per la risposta.
Da quello che capisco si può dimostrare che sussiste vendita simulata quanto il valore di acquisto riportato nell’atto notarile è palesemente inferiore a valore di mercato dell’immobile, oppure che l’acquirente figlio non possiede reddito tale da supportare l’esborso del prezzo dell’immobile e dunque è evidentemente aiutato dal padre.

Questo caso particolare si presenta più spinoso per il fatto che il figlio beneficiario possiede un reddito da pensione d’invalidità e perché nel frattempo il figlio invalido continuando a vivere a casa dei genitori percepiva gli affitti dagli immobili, pertanto credo che sussista una sorta di negoziato misto dove il padre può essere visto donante soltanto per una percentuale del valore delle proprietà acquistate a nome del figlio.
Il dubbio è se questo negoziato misto può essere assoggettato all’art. 737 del cod. civ.

Saluti, Marco.
 
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