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societa' di comodo problema dei ricavi

mi trovo in questa situazione: ho due capannoni industriali iscritti a bilancio.
uno e' stato costruito 40 anni fa', mentre il secondo nel 2009. Come potete immaginare il primo ha un valore di bilancio "basso" (non e' mai stato rivalutato), mentre il secondo ha un valore notevolemente maggiore.
A ragion di logica le quote ammortamento sono deducibili ai fini delle imposte sul reddito, ma il problema si pone con i test delle societa' di comdo.
A quanto risulta dai test di operativita' delle societa' di comodo, i ricavi realmente consegutiti sono nettamente inferiori a quelli risultanti dai test.
Oltretutto nell'anno 2009 un capannone e' stato affittato, mentre per l'altro non ci e' pervenuta alcuna richiesta di affitto, quindi e' rimasto sfitto privo di reddito.
Per principio non ho presentato alcuna domanda di interpello disapplicativo, perche' ritengo la normativa assurda, quasi certamente la domanda verra' respinta,e oltretutto dovrei pagare delle imposte esagerate su redditi non conseguiti.
Se per assurdo non riuscissi ad affittare entrambi i capannoni, quindi con ricavi pari a zero, come posso dimostrare ricavi pari a zero?
Sottolineo effettuato una verifica: il valore di locazione indicato dll'Osservatorio del Mercato immobiliare, nonostante un capannone fosse rimasto sfitto, e' inferiore se confrontato con il valore medio dei due capannoni.
qualcuno si e' trovato in una situazione simile, oppure saprebbe dirmi come posso comportarmi.
grazie in anticipo
 
Riferimento: societa' di comodo problema dei ricavi

Mi trovo in una situazione simile alla tua, un capannone costruito una quarantina di anni fa. La nostra è una piccola società familiare (quindi con meno di 50 soci, società che invece fanno tranquille tranquille i loro comodi essendo esonerate per "legge"). Per la mancanza di lavoro e la crisi abbiamo dovuto chiudere una parte delle attività e stiamo cercando di affittare il capannone. Abbiamo fatto tutto il possibile, le agenzie non sono molto interessate perchè deve essere ristrutturato. Purtroppo non troviamo da affittare. Oltre alla preoccupazione di non avere il reddito da affitto ci troviamo con questa croce delle società di comodo. La storia degli interpelli è allucinante, mi hanno tolto il sonno. Ci stanno distruggendo.
Con questa tecnica riducono le piccole società a non avere più potere contrattuale sia affittando che cercando di vendere il capannone.

Quante aziende si trovano in questa situazione?
Quante piccole società dovranno svendere gli immobili acquistati con tanto lavoro?
Perchè le società con più di 50 soci sono libere di acquistare milioni di miliardi di euro di immobili senza essere soggette alla normativa delle società non operative?
 
Ultima modifica:
Riferimento: societa' di comodo problema dei ricavi

Ciao se non ricordo male se sei congruo e coerente sei anche opertativo...ciao
 
Riferimento: societa' di comodo problema dei ricavi

se non vado errato l'art.53 della Costituzione sancisce il principio in base al quale "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva", pertanto la disciplina delle societa' di comodo (o societa' non operative) e' in netto contrasto con detta norma costituzionale, poiche' non prende in considerazione l'effettivo stato di fatto della situazione del contribuente.
Paradossalmente sarebbe come se dicessi: "ho una vettura, devi percorrere PER LEGGE, 10.000 km all'anno, i distributori sono chiusi tutto l'anno" == "ho un capannone, devi conseguire ricavi per 10.000 euro l'anno, ma il fabbricato non e' stato affittato per tutto l'anno", cosa fareste?
Sono certo di aver adempiuto regolarmente ai miei obblighi fiscali, in base ai dati reali di bilancio e alle reali situazioni di fatto.
A mio modo di vedere forse e' il caso di agire in maniera piu' "attiva", ovvero: stavo ragionando sul fatto di costituire una associazione per tutte i soggetti che si trovano nelle situazioni precedentemente descritte (o in situazioni simili), al fine di contrastare questa assurda norma. Cosa ne dite?
Stesso ragionamento potrebbe farsi per gli studi di settore.
 
Riferimento: societa' di comodo problema dei ricavi

provo a scrivere un post, vediamo se passa. (togliendo il link al sito esterno il post è passato)

Come ho già detto stanotte avevo scritto un post che però è stato censurato, non so perchè.

Il concetto che vorrei ribadire è che in questo paese, parere mio e penso non solo mio, si sta distruggendo il tessuto produttivo di piccole imprese. Inutile fare la comunicazione unica se poi le piccole imprese si trovano ad essere oppresse, è bene pensarci bene prima di avviare un'impresa. Seguire le regole rende, spesso, l'impresa antieconomica. Certe normative sono chiaramente formulate per colpire le piccole imprese (lo sono gli studi di settore, lo è la stravagante normativa delle società di comodo).

scusa ma non potevi fare un interpello disapplicativo !?!?!?

Ma guardate cosa ho scoperto: le modifiche alla normativa sulle società di comodo che le ha fatte il presidente del consiglio signor Prodi con la finanziaria 2007

ma la normativa sulle società di comodo ha una certa ratio: disincentivare l'uso strumentale del veicolo societario per intestarsi beni per fini estranei all'attività d'impresa (p.es. recuperando l'IVA a credito) ...
 
Riferimento: societa' di comodo problema dei ricavi

l'interpello disapllicativo nella maggior parte dei casi viene contestato, e oltretutto e' difficile (se non impossibile) giustificare con documenti la mancanza di redditi, ovvero la difficolta' di affittare i fabbricati o conseguire redditi dai beni strumentali.

la 'ratio' delle societa' di comodo dovrebbe colpire i soggetti che INTENZIONALMENTE utilizzano societa' per trarne benefici (es. recupero dell'IVA e riduzione del reddito).
Diversamente i soggetti che si trovano a combattere con il problema delle societa' di comodo perche' (per esempio) hanno cessato l'attivita' iniziata tanti anni fa, e hanno beni strumentali (costruiti con tanti sacrifici) iscritti in bilancio e da cui vorrebbero trarne un reddito (affitto) dovrebbero essere esclusi da tale disciplina, ma cosi' non e'.
 
Riferimento: societa' di comodo problema dei ricavi

l'interpello disapllicativo nella maggior parte dei casi viene contestato, e oltretutto e' difficile (se non impossibile) giustificare con documenti la mancanza di redditi, ovvero la difficolta' di affittare i fabbricati o conseguire redditi dai beni strumentali ...

ovviamente occorre verificare caso per caso, carte alla mano: comunque la possibilità di presentare interpello esiste :smile1:

Inoltre, secondo quanto chiarito dall’AdE con la circolare n.32/E del 14 giungo 2010, per il solo al solo periodo di imposta 2009, le istanza di interpello disapplicativo da presentarsi per le società di comodo saranno considerate preventive se presentate tenendo conto anche dei 90 giorni ulteriori rispetto alla scadenza del termine ordinario di presentazione della dichiarazione: ergo, per quest'anno c'è tempo sino all 30 settembre 2010.

Se fossi nelle condizioni di "operativa", io l'istanza la presenterei ... e la farei nel miglior modo possibile pur di non dover pagare le somme perchè la società viene considerata di comodo ...
 
Riferimento: societa' di comodo problema dei ricavi

ho avuto modo di leggere la Circolare 32/E/2010 relativa all'istanza di interpello.
Pare che la presentazione dell'istanza di disapplicazione non sia piu' obbligatoria, ma una facolta' , fermo restando il rischio di ricevere sanzioni per mancata presentazione dell'istanza.
in questo modo rimane in ogni caso possibile impugnare l'accertamento.
Sembra un piccolo passo avanti contro l'assurdita' della normativa delle societa' di comodo.
Qualcuno potrebbe confermare quanto detto e/o se la Circolare ha qualche limite?
 
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