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Si può essere dipendenti statali e aderire al regime fiscale per contribuenti minimi?

carax

Utente
Ciao a tutti,
spero di non andare OT rispetto alla sezione, altrimenti ditemelo e provvederò a spostare la mia domanda.

Sono un insegnante statale part time con contratto a tempo indeterminato. Mi capita di svolgere piccole consulenze (organizzazione cineforum, ecc.), dal valore complessivo non elevatissimo (per l'anno in corso sarà sui 10.000 euro, ma da diversi datori di lavoro, ciascuno al di sotto dei 5000 euro) tanto che fino a quest’anno le ho sempre fatte in ritenuta. Ho però l’impressione, dalla mia ultima dichiarazione dei redditi, che queste entrate in ritenuta vengono tassate pesantemente. Ho iniziato quindi a chiedermi se ci fosse la possibilità di un regime fiscale più conveniente, ad esempio aprendo una partita IVA, ma il volume di reddito non mi pare giustificarlo. Ragionando, ho scoperto il “nuovo regime fiscale per contribuenti minimi” e ho pensato che forse potrebbe fare al caso mio. Da qui, le mie domande:

1) Un dipendente statale a tempo indeterminato può aderire al regime fiscale per i contribuenti minimi (ammettendo un reddito complessivo sotto il tetto previsto, ovvio)?

2) Nel caso sia così, quel regime fiscale riguarderebbe solo i redditi NON da dipendente, oppure il reddito complessivo? Ossia: i miei redditi da dipendente come verrebbero tassati? Normalmente come ora (e quindi il regime minimo sarebbe solo per i redditi a parte) oppure in regime minimo? (Rischierei di pagare le tasse due volte?)

3) Come dovrei comportarmi riguardo all'INPS? Io la pago già come dipendente statale... dovrei pagarla anche come contribuente minimo?

In base a queste risposte, ci sarebbe poi da capire (sempre che la cosa sia tecnicamente possibile) se poi potrebbe avere senso/convenienza… ma aspetto i vostri primi commenti prima di procedere oltre.

Scusandomi per la mia (totale, ahimè) ignoranza in materia, vi ringrazio in anticipo.
 
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Riferimento: Si può essere dipendenti statali e aderire al regime fiscale per contrib

Ciao a tutti,
spero di non andare OT rispetto alla sezione, altrimenti ditemelo e provvederò a spostare la mia domanda.

Sono un insegnante statale part time con contratto a tempo indeterminato. Mi capita di svolgere piccole consulenze (organizzazione cineforum, ecc.), dal valore complessivo non elevatissimo (per l'anno in corso sarà sui 10.000 euro, ma da diversi datori di lavoro, ciascuno al di sotto dei 5000 euro) tanto che fino a quest’anno le ho sempre fatte in ritenuta. Ho però l’impressione, dalla mia ultima dichiarazione dei redditi, che queste entrate in ritenuta vengono tassate pesantemente. Ho iniziato quindi a chiedermi se ci fosse la possibilità di un regime fiscale più conveniente, ad esempio aprendo una partita IVA, ma il volume di reddito non mi pare giustificarlo. Ragionando, ho scoperto il “nuovo regime fiscale per contribuenti minimi” e ho pensato che forse potrebbe fare al caso mio. Da qui, le mie domande:

1) Un dipendente statale a tempo indeterminato può aderire al regime fiscale per i contribuenti minimi (ammettendo un reddito complessivo sotto il tetto previsto, ovvio)?

2) Nel caso sia così, quel regime fiscale riguarderebbe solo i redditi NON da dipendente, oppure il reddito complessivo? Ossia: i miei redditi da dipendente come verrebbero tassati? Normalmente come ora (e quindi il regime minimo sarebbe solo per i redditi a parte) oppure in regime minimo? (Rischierei di pagare le tasse due volte?)

3) Come dovrei comportarmi riguardo all'INPS? Io la pago già come dipendente statale... dovrei pagarla anche come contribuente minimo?

In base a queste risposte, ci sarebbe poi da capire (sempre che la cosa sia tecnicamente possibile) se poi potrebbe avere senso/convenienza… ma aspetto i vostri primi commenti prima di procedere oltre.

Scusandomi per la mia (totale, ahimè) ignoranza in materia, vi ringrazio in anticipo.

1)Un dipendente statale a tempo indeterminato può aderire al regime fiscale per i contribuenti minimi (ammettendo un reddito complessivo sotto il tetto previsto, ovvio)?
secondo me non ravviso elementi ostativi all'adesione al regime fiscale per i contribuenti minimi.

2)Nel caso sia così, quel regime fiscale riguarderebbe solo i redditi NON da dipendente, oppure il reddito complessivo? Ossia: i miei redditi da dipendente come verrebbero tassati? Normalmente come ora (e quindi il regime minimo sarebbe solo per i redditi a parte) oppure in regime minimo? (Rischierei di pagare le tasse due volte?)
non è possibile pagare due volte sulle stesso reddito. il reddito dei contribuenti minimi è tassato con una imposta sostitutiva dell'irpef e delle relative addizionali pari al 20% dalla quale possono essere scomputate le eventuali ritenute d'acconto subite.
ciao
 
Riferimento: Si può essere dipendenti statali e aderire al regime fiscale per contrib

1)Un dipendente statale a tempo indeterminato può aderire al regime fiscale per i contribuenti minimi (ammettendo un reddito complessivo sotto il tetto previsto, ovvio)?
2)Nel caso sia così, quel regime fiscale riguarderebbe solo i redditi NON da dipendente, oppure il reddito complessivo? Ossia: i miei redditi da dipendente come verrebbero tassati? Normalmente come ora (e quindi il regime minimo sarebbe solo per i redditi a parte) oppure in regime minimo? (Rischierei di pagare le tasse due volte?)
3) Come dovrei comportarmi riguardo all'INPS? Io la pago già come dipendente statale... dovrei pagarla anche come contribuente minimo?

1) Certamente sì, il problema è solo l'autorizzazione dell'Ufficio Statale dove si lavora.
2)Solo il reddito da lavoro autonomo com imposta sostitutiva del 20%.
Il reddito da lavoro dipendente viene tassato a parte come se il lavoro autonomo non esistesse.
3) occorre iscriversi alla gestione separata INPS, perché come dipendente statale l'ente previdenziale è diverso cioè INPDAP, poi bisogna vedere se c'è una cassa professionale tipo Ingegneri, Geometri, .......
 
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Perfetto, grazie mille (anche per la tempestività delle risposte).

Appurato che la cosa è tecnicamente fattibile, a questo punto mi chiedo:

1) quanto è possibile ipotizzare possa venire a costare, in termini di commercialista, avere il "regime minimo"?

2) E' sensato dunque farlo, immaginando un'entrata "a parte" (voglio dire, esclusa quella come lavoratore dipendente) al massimo di 10k-15k l'anno (esagerando)?

3) in termini "pratici", di apertura ecc., figura come una partita IVA? Ho visto che poi non bisogna versare l'IVA trimestrale ecc., cosa che mi solleva perché per qualche anno, tra il 2003 e il 2007, avevo avuto la partita IVA, salvo poi chiuderla quando sono stato assunto; ma a parte queste differenze tecniche, per il resto si "apre" il regime minimo come si apre una partita IVA, o ci sono adempimenti/procedimenti particolari? (Lo chiedo per capire i tempi tecnici e i costi - immagino che comunque l'apertura debba essere fatta da un commercialista...)

Grazie mille intanto e scusate il fiume di domande...
 
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Con regime minimi non c'è IVA e non si tiene contabilità.
Si fa una differenza ricavi meno spese e quello che resta si tassa al 20%.
 
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Con regime minimi non c'è IVA e non si tiene contabilità.
Si fa una differenza ricavi meno spese e quello che resta si tassa al 20%.

Grazie per la risposta.
Ciò comporta che, anche da inesperti di fisco, si possa gestire da soli, oppure è comunque meglio rivolgersi a uno studio (e, nel caso, quanto potrebbe costare?).
Per l'apertura, come si deve fare?
 
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Penso che se ci si applica un po' si può fare anche da soli proprio perché non c'è contabiltà.
Bisogna fare attenzione alle inerenze esempio la spesa carburante, manutenzione auto, assicurazione auto.....con uso promiscuo della macchina va al 50%.
Poi ci potrebbe essere la difficoltà dei beni strumentali ad esempio se uno compra un computer.
Forse il primo anno conviene il commercialista magari dopo si può provare da soli.
Per la partita IVA si deve compilare un modulo scaricabile anche da internet da presentare poi all'Agenzia delle Entrate che contestualmente assegna la partita IVA.
Attenzione al codice ATECO di attività che si trova anche su internet.
Buon lavoro
 
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Penso che se ci si applica un po' si può fare anche da soli proprio perché non c'è contabiltà.
Bisogna fare attenzione alle inerenze esempio la spesa carburante, manutenzione auto, assicurazione auto.....con uso promiscuo della macchina va al 50%.
Poi ci potrebbe essere la difficoltà dei beni strumentali ad esempio se uno compra un computer.
Forse il primo anno conviene il commercialista magari dopo si può provare da soli.
Per la partita IVA si deve compilare un modulo scaricabile anche da internet da presentare poi all'Agenzia delle Entrate che contestualmente assegna la partita IVA.
Attenzione al codice ATECO di attività che si trova anche su internet.
Buon lavoro

Perfetto, grazie tantissime!
Ho un'ultima domanda: io dal 2002 circa al 2006 circa ho avuto una partita IVA - prima di essere assunto come dipendente; nel 2006 l'ho chiusa. Questo può in qualche modo influire sulla possibilità di riaprire ora una partita IVA e aderire al regime minimo?
Grazie ancora (e scusate se chiedo un po' per volta, ma - grazie a questo bel forum e a chi mi ha risposto con tanta precisione - mi sto chiarendo le idee man mano!)
 
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Nessun problema puoi ricominciare
 
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Evviva!
Ne ho ancora una, di domanda, ma potrebbe essere l'ultima (spero, per non abusare della pazienza di chi risponde): leggo in giro per la rete del limite dei 15.000 euro in tre anni nell'acquisto di beni strumentali.

Ma si tratta di un limite che riguarda solo i tre anni prima dell'apertura, oppure che deve rimanere "costante" per tutta la durata del regime minimo?

Altra domanda: ma nel secondo caso, si intende che uno a quei 15.000 euro può sommare le spese che non sono acquisto di beni (ad esempio, bollette, affitti, ecc.), oppure che in ogni caso, qualunque siano le spese sostenute, chi è in regime minimo non può detrarre più di 15.000 euro complessivi nell'arco dei tre anni?

(mi scuso ancora per l'ignoranza, spero di non farvi sbellicare).
 
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