G
Gigi
Ospite
<HTML>Leggo dell’entrata in vigore del D.L. 9/10/2002 per quanto riguarda i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali ed in ufficio nascono degli interrogativi e dubbi:
Mi metto dalla parte del fornitore e faccio alcuni esempi:
1) Mi sembra di capire che se non applico gli interessi al mio cliente entro 60 gg. dalla consegna della merce non ci sono problemi.
2) Successivamente sono obbligato a contabilizzare gli interessi perché trattandosi di un provento, su quest’importo io vado a pagare le tasse
3) Dall’altra parte il mio cliente non me li paga ed io non li pretendo naturalmente x non compromettere il ns. rapporto commerciale e quindi se al momento dell’addebito li ha contabilizzati come onere finanziario, nel momento in cui non me li paga per lui diventano proventi, pertanto nella sua contabilità non c’è nessuna variazione dell’imponibile fiscale.
4) Se il mio cliente ovviamente non me li paga io li considero come perdita su crediti e quindi se in un primo tempo ho incrementato il mio imponibile fiscale, ora lo riduco e pertanto cosa cambia? A meno che per considerarlo perdita, come mi sembra di capire, è opportuno per poterli dedurre avere tutta una documentazione che ne provi i requisiti di certezza, ecc. per cui nel dubbio, molti potrebbero rinunciare alla deduzione e quindi per lo le casse dello stato sarebbe vantaggioso
Sono corrette queste considerazioni e comunque se ce ne fossero altre sarei grato a tutti di illuminarmi. Grazie</HTML>
Mi metto dalla parte del fornitore e faccio alcuni esempi:
1) Mi sembra di capire che se non applico gli interessi al mio cliente entro 60 gg. dalla consegna della merce non ci sono problemi.
2) Successivamente sono obbligato a contabilizzare gli interessi perché trattandosi di un provento, su quest’importo io vado a pagare le tasse
3) Dall’altra parte il mio cliente non me li paga ed io non li pretendo naturalmente x non compromettere il ns. rapporto commerciale e quindi se al momento dell’addebito li ha contabilizzati come onere finanziario, nel momento in cui non me li paga per lui diventano proventi, pertanto nella sua contabilità non c’è nessuna variazione dell’imponibile fiscale.
4) Se il mio cliente ovviamente non me li paga io li considero come perdita su crediti e quindi se in un primo tempo ho incrementato il mio imponibile fiscale, ora lo riduco e pertanto cosa cambia? A meno che per considerarlo perdita, come mi sembra di capire, è opportuno per poterli dedurre avere tutta una documentazione che ne provi i requisiti di certezza, ecc. per cui nel dubbio, molti potrebbero rinunciare alla deduzione e quindi per lo le casse dello stato sarebbe vantaggioso
Sono corrette queste considerazioni e comunque se ce ne fossero altre sarei grato a tutti di illuminarmi. Grazie</HTML>