Luna Borlin
Utente
Salve a tutti,
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Salve a tutti,
chiedo un chiarimento in merito a una successione. L’ultimo dei due genitori è deceduto, e uno dei due fratelli aveva ricevuto la gestione del patrimonio da un genitore, poiché l’altro soffriva di demenza. Questa operazione è stata fatta all’insaputa dell’altro fratello, che, una volta scoperto, ha interrotto i rapporti.
Ora il fratello escluso dalla gestione ha chiesto per iscritto (via email) al fratello gestore il valore della massa ereditaria con i dettagli relativi e le chiavi dei due appartamenti ereditati. Tuttavia, a distanza di tre mesi, non ha ricevuto alcuna risposta, e il comportamento dell’altro coerede appare come un evidente ostruzionismo. Sarebbe necessaria una raccomandata? Temo che questa però possa interrompere quel minimo di dialogo epistolare che esiste, anche se sarebbe ottima per una eventuale e futura denuncia.
Da quanto ho letto, ai sensi dell’articolo 723 del Codice Civile, l’erede che ha amministrato i beni è obbligato a rendere conto agli altri coeredi e a ripartire gli eventuali proventi. Inoltre, secondo l’articolo 1102 del Codice Civile, ogni comproprietario ha il diritto di utilizzare il bene comune senza impedire l’uso agli altri comproprietari; trattenere esclusivamente le chiavi degli immobili sembrerebbe quindi una violazione di tale principio.
Vorrei anche capire se è possibile richiedere un’indennità di occupazione per il periodo in cui sono stata esclusa dall’immobile, come previsto dall’articolo 723 c.c.
Al momento sto attendendo la scadenza della presentazione della successione che immagino sarà a sua cura, ovvero fine anno per evitare di dover ricorrere a un avvocato. Tuttavia, se questa situazione dovesse persistere, quali sarebbero le azioni possibili? Si tratta di una questione penale o civile? Eventualmente dovrò fare una denuncia alle autorità?
E se volessi agire subito, sarei obbligata a rivolgermi a un avvocato?
Grazie in anticipo
L.Borlin