quantetasse
Utente
Salve.
Ho la possibilità di effettuare delle prestazioni occasionali ad un'azienda: tale azienda offre un servizio in più ai clienti, servizio di cui mi occupo io occasionalmente.
Esempio simile alla mia situazione:
L'azienda vende tappeti.
Io sono ingegnere.
Ai clienti che occasionalmente lo volessero, l'azienda venderebbe dei tappeti con insieme un progetto di un immobile realizzato da me in qualità di ingegnere.
Se l'azienda mi liquidasse in denaro, dovrei attivare tutta la trafila burocratica, ritenute di acconto, dichiarazione dei redditi se superassi i 4800 annui, non più possibilità di essere un figlio a carico se supero i 2800, ecc... Requisiti di occasionalità, ecc...
Quindi mi sto accordando con l'azienda per essere "ripagato" anziché in denaro, in "servizi" o favori.
Per esempio: ho necessità di noleggiare un'autovettura ogni weekend.
Anziché farmi pagare dall'azienda in denaro, l'azienda mi presta uno dei loro veicoli ogni weekend in cambio delle mie prestazioni (ovviamente l'azienda scontrina il "prodotto" in più che poi vende ai suoi clienti - quindi nulla viene incassato "a nero").
Io non incasso neanche un centesimo di euro. Dunque non ho alcun obbligo fiscale (ricevute da fare, requisiti di occasionalità, ecc...).
Il denaro che io risparmio usando l'auto dell'azienda (anziché noleggiandola), mi "ripaga".
Ora, queste sono le mie domande:
1) E' possibile e legale una cosa del genere?
2) Nel momento in cui io faccio la mia "prestazione" all'azienda (es: preparo un progetto di immobile per un loro cliente), devo comunque emettere una ricevuta di prestazione occasionale, anche se con importo ZERO?
Soprattutto, ultima domanda a cui tengo maggiormente:
3) Per la legge italiana, il tipo di "prestazione" e di "professionalità" che io effettuerei (nell'esempio: il progetto di un immobile), richiede che io "firmi" il lavoro in questione, perché in Italia solo chi ha i titoli per fare tale prestazione può farla.
Il titolare dell'azienda mi ha detto che non vuole "liquidarmi" OGNI prestazione in questo modo (cioè senza denaro né mia ricevuta), perché comunque i miei "progetti" che egli venderebbe ai suoi clienti sono "firmati", e quindi ogni tanto c'è bisogno di emettere una ricevuta per giustificare la cosa (per giustificare che????): il titolare vuole che lo si faccia una volta si ed una no.
Ora a me tutto ciò sembra una preoccupazione immotivata.
Una cosa è la legislazione che vige nel mio "ambito" professionale, e cioè che devo avere i titoli per fare tali "lavori" e che devo firmarli. E su questo punto ho tutto in regola.
Altra cosa è la legislazione fiscale, che prevede che se io incasso denaro devo emettere ricevuta.
Ora io non incasso denaro, dunque non emetto ricevuta. Anche su questo sono in regola.
In poche parole è come se io tali progetti (firmati) li facessi gratis. Non vedo dov'è la necessità di doverne fare per forza uno così ed uno dietro corrispettivo di denaro.
Il peggio che potrebbe accadere, correggetemi se sbaglio, è quanto segue:
I clienti di tale azienda che acquistano tappeti ricevono, dietro sovrapprezzo (regolarmente scontrinato dall'azienda) il progetto di un immobile, firmato da me.
La cosa si diffonde ed un giorno arriva un controllo presso la tale azienda e gli dicono:
"Ci risulta che lei vende progetti di immobili ai suoi clienti. Tuttavia la sua non è un'azienda di ingegneri. A che titolo fate tali progetti? Chi li realizza?"
L'azienda risponderebbe:
"I progetti li fa un esterno, eccone il nome nella firma di ogni progetti, l'ing. Tal de Tali".
L'autorità:
"Ma costui è realmente un ingegnere?"
L'azienda:
"Si, eccone i titoli e le abilitazioni richieste".
A questo punto scatterebbe il controllo nell'ambito "fiscale":
"OK costui è un vostro collaboratore esterno. Dove sono le carte che attestano tale "collaborazione"? Contratto di assunzione? Contratto Co Co Pro? Contratto a progetto? O almeno delle ricevute di prestazioni occasionali?"
L'azienda:
"Non c'è nulla di tutto ciò".
L'autorità:
"Come sarebbe a dire? Costui quindi collabora a nero con voi?"
L'azienda:
"No, costui non è inquadrato come nessun tipo di collaboratore, perché noi non gli diamo un centesimo. E' solo lui che REGALA a noi questi progetti (firmandoli ed avendone i titoli professionali richiesti). In pratica è come se regalasse un progetto di una casa ad una sua zia".
L'autorità:
"E cosa riceve in cambio quest'uomo così generoso da voi?".
L'azienda:
"Non riceve denaro. Gli presto la macchina nei weekend".
Cosa c'è di "irregolare" in tutto ciò? Anche se regolassimo così OGNI mio progetto, senza che io mai incassi denaro o emetta alcuna ricevuta, neppure per una sola volta...
Grazie.
Ho la possibilità di effettuare delle prestazioni occasionali ad un'azienda: tale azienda offre un servizio in più ai clienti, servizio di cui mi occupo io occasionalmente.
Esempio simile alla mia situazione:
L'azienda vende tappeti.
Io sono ingegnere.
Ai clienti che occasionalmente lo volessero, l'azienda venderebbe dei tappeti con insieme un progetto di un immobile realizzato da me in qualità di ingegnere.
Se l'azienda mi liquidasse in denaro, dovrei attivare tutta la trafila burocratica, ritenute di acconto, dichiarazione dei redditi se superassi i 4800 annui, non più possibilità di essere un figlio a carico se supero i 2800, ecc... Requisiti di occasionalità, ecc...
Quindi mi sto accordando con l'azienda per essere "ripagato" anziché in denaro, in "servizi" o favori.
Per esempio: ho necessità di noleggiare un'autovettura ogni weekend.
Anziché farmi pagare dall'azienda in denaro, l'azienda mi presta uno dei loro veicoli ogni weekend in cambio delle mie prestazioni (ovviamente l'azienda scontrina il "prodotto" in più che poi vende ai suoi clienti - quindi nulla viene incassato "a nero").
Io non incasso neanche un centesimo di euro. Dunque non ho alcun obbligo fiscale (ricevute da fare, requisiti di occasionalità, ecc...).
Il denaro che io risparmio usando l'auto dell'azienda (anziché noleggiandola), mi "ripaga".
Ora, queste sono le mie domande:
1) E' possibile e legale una cosa del genere?
2) Nel momento in cui io faccio la mia "prestazione" all'azienda (es: preparo un progetto di immobile per un loro cliente), devo comunque emettere una ricevuta di prestazione occasionale, anche se con importo ZERO?
Soprattutto, ultima domanda a cui tengo maggiormente:
3) Per la legge italiana, il tipo di "prestazione" e di "professionalità" che io effettuerei (nell'esempio: il progetto di un immobile), richiede che io "firmi" il lavoro in questione, perché in Italia solo chi ha i titoli per fare tale prestazione può farla.
Il titolare dell'azienda mi ha detto che non vuole "liquidarmi" OGNI prestazione in questo modo (cioè senza denaro né mia ricevuta), perché comunque i miei "progetti" che egli venderebbe ai suoi clienti sono "firmati", e quindi ogni tanto c'è bisogno di emettere una ricevuta per giustificare la cosa (per giustificare che????): il titolare vuole che lo si faccia una volta si ed una no.
Ora a me tutto ciò sembra una preoccupazione immotivata.
Una cosa è la legislazione che vige nel mio "ambito" professionale, e cioè che devo avere i titoli per fare tali "lavori" e che devo firmarli. E su questo punto ho tutto in regola.
Altra cosa è la legislazione fiscale, che prevede che se io incasso denaro devo emettere ricevuta.
Ora io non incasso denaro, dunque non emetto ricevuta. Anche su questo sono in regola.
In poche parole è come se io tali progetti (firmati) li facessi gratis. Non vedo dov'è la necessità di doverne fare per forza uno così ed uno dietro corrispettivo di denaro.
Il peggio che potrebbe accadere, correggetemi se sbaglio, è quanto segue:
I clienti di tale azienda che acquistano tappeti ricevono, dietro sovrapprezzo (regolarmente scontrinato dall'azienda) il progetto di un immobile, firmato da me.
La cosa si diffonde ed un giorno arriva un controllo presso la tale azienda e gli dicono:
"Ci risulta che lei vende progetti di immobili ai suoi clienti. Tuttavia la sua non è un'azienda di ingegneri. A che titolo fate tali progetti? Chi li realizza?"
L'azienda risponderebbe:
"I progetti li fa un esterno, eccone il nome nella firma di ogni progetti, l'ing. Tal de Tali".
L'autorità:
"Ma costui è realmente un ingegnere?"
L'azienda:
"Si, eccone i titoli e le abilitazioni richieste".
A questo punto scatterebbe il controllo nell'ambito "fiscale":
"OK costui è un vostro collaboratore esterno. Dove sono le carte che attestano tale "collaborazione"? Contratto di assunzione? Contratto Co Co Pro? Contratto a progetto? O almeno delle ricevute di prestazioni occasionali?"
L'azienda:
"Non c'è nulla di tutto ciò".
L'autorità:
"Come sarebbe a dire? Costui quindi collabora a nero con voi?"
L'azienda:
"No, costui non è inquadrato come nessun tipo di collaboratore, perché noi non gli diamo un centesimo. E' solo lui che REGALA a noi questi progetti (firmandoli ed avendone i titoli professionali richiesti). In pratica è come se regalasse un progetto di una casa ad una sua zia".
L'autorità:
"E cosa riceve in cambio quest'uomo così generoso da voi?".
L'azienda:
"Non riceve denaro. Gli presto la macchina nei weekend".
Cosa c'è di "irregolare" in tutto ciò? Anche se regolassimo così OGNI mio progetto, senza che io mai incassi denaro o emetta alcuna ricevuta, neppure per una sola volta...
Grazie.