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Praticante commercialista: da co.co.pro a partita IVA....conviene?

Gianlux

Utente
Buongiono a tutti,

sono un praticante commercialista ormai al secondo anno di tirocinio
e l'anno venturo dovrei poter dare l'esame di Stato.

Quando ho iniziato la pratica nel mio studio,
mi è stato proposto un contratto da co.co.pro
che mi veniva rinnovato di 6 mesi in 6 mesi...

Ora sono in scadenza di contratto a fine anno,
e il mio dominus mi diceva ieri se non mi fosse convenuto
aprire già una partita IVA.

Ora: fatto salvo che alla studio "costerei di meno" avendo partita IVA
vorrei capire in soldoni, cosa ci guadagno io a fare il passaggio...

Vi dico cosa ho capito, vi pregherei di darmi delle conferme...
allora se passassi a inizio 2013 come partita IVA
potrei entrare nei superminimi 2012,
quindi no adempimenti IVA, no studi di settore,
5% di imposta sostitutiva IRPEF
no ritenuta d'acconto
ovviamente sulle fatture non metterei +IVA perchè tanto non me la potrei detrarre,
tetto massimo fatturabile annuo 30 mila euro
e avendo io 35 anni adesso, potrei restarci in questo regime per 5 anni, salvo poi passare in regime ordinario.

Ora voglio capire a fine anno, pagati tutti, quindi contributi e tasse,
quanto ci perdo e ci guadagno nei 2 regimi...

Facciamo un confronto tra:

-caso1. co.co.pro 1.000 euro lordi al mese per 12 mensilità (no tfr, 13 e 14 esima etc etc...) meno tasse meno INPS gest separata;

-caso2. partita IVA con superminimi 2012 fatturato 30 mila l'anno.
meno 5% di IRPEF meno quota cassa commercialisti (% sulle fatture + quota annua da versare alla cassa su % fatturato);

Quanto mi resta in tasca in entrambi i casi?
voglio proprio farmi i conti della serva, per capire se meglio aspettare di aver passato l'esame di stato ad aprirmi la partita IVA o conviene farlo subito.

Vi ringrazio! :D
 
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