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ICI IMU accertamento d’ufficio per omesso versamento

emontor

Utente
buon giorno , alcuni giorni fa mi sono arrivate ben 4 notifiche di "accertamento d’ufficio per omesso versamento" : recupero ici per gli anni 2008/2009/2010/2011
con questa motivazione : "da verifiche effettuate dal comune di ... non risultano contratti attivi per gas,acqua,e rifiuti pertanto e’ stata applicata l’aliquota del..... in quanto trattasi di immobile a disposizione ".
devo supporre che abbiano considerato la mia abitazione principale come seconda casa.
la mia situazione e’ la seguente : nel 2008 divento proprietario di un mini appartamento da ristrutturare , adiacente ad un miniappartamento gia ristrutturato e con tutte le utenze attive ; di comune accordo
col proprietario del miniappartamento adiacente al mio , decidiamo di allacciare gas acqua ed elettricita ai suoi contatori dividenoci le spese (cosa legittima mi dissero) , per cui ogni impianto serviva e serve tuttora due unita immobiliari differenti e separati .
in ottobre 2008 prendo la residenza nel comune , il messo comunale viene a casa mia e verifica la residenza.
quel miniappartamento e’ sempre stato ed e’ tuttora la mia abitazione principale .
mi sono recato all’azienda che gestisce l’energia nel mio comune a spiegare la faccenda del gas-acqua-luce , e non hanno avuto difficolta ad aggiornare i contratti in vigore ( anzi mi hanno anche detto che se lo avessi fatto subito , tutti e due avremmo pagato meno di gas ed acqua) , l’unica cosa che mi hanno contestato e’ stata la tassa sui rifiuti , ed hanno avviato ,senza drammi aggiungo io, la procedura per recuperare il credito dal 2008 ad oggi .
mi sono recato al’ufficio tributi del mio comune per chiarire la situazione , ma l’impiegata che ha redatto i procedimenti non mi crede ( ... ) e non ha neanche voluto ricevere la mia "dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorieta" in cui dichiaro sotto la mia responsabilita’ che ."...che la stessa è adibita ad abitazione principale del sottoscritto.." ; l’impiegata sostiene che "se non ci sono utenze attive , io non ci abito e quella non e’ la mia abitazione principale" .
mi hanno anche detto di non provare a presentare istanza di autotutela prche' tanto nn la accetterebbero.
come primo approccio al forum non vorrei dilungarmi troppo , ringrazio fin d'ora chi volesse darmi qualche suggerimento su come muovermi prima di arrivare al "ricorso ufficiale" con annessi e connessi...

grazie a tutti

emidio.
 
Thanks for sharing.
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Dovresti dimostrare la dimora nell'immobile producendo tutta la documentazione possibile dalla quale si possa evincere la presenza nell'immobile.
Se decidi di ricorrere chiedi al giudice la condanna alle spese del comune.
Ciao.
 
quello che non capisco :
per l'abitazione principale l'obbligo delle utenze attive non e' riportato in nessuna norma che io sia riuscito a trovare , per cui perche non accettano "in autotutela" le mie autocertificazioni e lo storico dei consumi
di nuovo grazie a tutti
emidio
 
Ai fini ICI l'immobile, per essere considerato abitazione principale, doveva essere effettivamente dimorato dal contribuente per cui la residenza nell'immobile non è sufficiente ad attestarne anche la dimora. Il comune, quindi, basandosi sull'assenza di utenze intestate al contribuente, presume che l'immobile non fosse effettivamente dimorato per cui andava considerato come immobile a disposizione anziché abitazione principale. A questo punto devi fornire riscontri documentali che dimostrino il contrario (ad es. potresti fornire documentazione in merito al rimborso delle spese all'intestatario delle utenze). Se il Comune non vuole riesaminare l'atto in autotutela, così come sostiene l'impiegata, (a mio avviso, di fronte alla richiesta di riesame dell'atto il Comune, come tutta la pubblica amministrazione, nel rispetto dei principi di correttezza, imparzialità e buona amministrazione, deve procedere al riesame) per far valere le tue ragioni devi proporre ricorso in CTP, come suggerito da RICK48. Il ricorso va proposto nel termine perentorio di 60 gg. dalla notifica dell'atto, a nulla rilevando che il Comune debba riesaminare l'atto in autotutela, quindi stai attento a non far decorrere tale termine altrimenti la pretesa diventa definitiva.
Ciao.
 
grazie a tutti delle indicazioni.
speravo di risolverla in maniera meno burocratica
ma ormai ho avviato il "borraccione" dell'autotutela e del ricorso
ho raccolto un sacco di documentazione vedremo come va a finire.
per come la vedo io , a me pare che sia una strategia del comune per raggranellare soldi : loro sparano nel mucchio dove vedono situazioni non limpidissime ( come poteva essere la mia ) ma poi si rifiutano di verificare le istanze degli utenti ( dicendomi di non provare neanche a presentare istanza di autotutela..) , obbligandoli a fare ricorso e di conseguenza incassando almeno il contributo minimo do 30euri.... e se la commissione tributi da ragione all'utente , ciccia almeno quei soldini se li sono insaccati..
 
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