Kob
Utente
"Federalismo a singhiozzo" così si intitola l'articolo di Francesco Giavazzi su Il Corriere della Sera di oggi 18 maggio 2008: l'articolo è molto interessante e lo consiglio caldamente a tutti coloro che voglio capire che cosa c'è dietro alla progettata abolizione dell'ICI sull'abitazione principale ... in nome di non si sa bene quale federalismo (lo trovate qua: Federalismo a singhiozzo Corriere della Sera ).
Un cosa è sicura: F.Giavazzi non è un nostalgico comunista, anzi forse è uno degli economisti liberali (o liberisti!?) più autorevoli d'Italia e apprezzati pure all'estero.
Taglio e incollo alcune parti dell'articolo citato che mi sembrano assai significative:
"... «Crescere vuol dire incentivare forme di autogoverno federalista», ha detto Silvio Berlusconi la scorsa settimana presentando il suo programma al Parlamento.
Ma allora perché il primo atto del nuovo governo è la cancellazione dell’Ici? Di tutte le imposte l'Ici è la più federalista, e anche la più efficiente. Il gettito non va a Roma, rimane ai Comuni. E se con quel gettito il sindaco non aggiusta le strade, i cittadini, incontrandolo in piazza, possono chiedergliene conto e avvisarlo che se continua così non verrà certo rieletto. Chi può controllare come sono utilizzate le imposte che affluiscono al governo centrale? A chi può rivolgersi il cittadino se pensa che i servizi che riceve dallo Stato centrale non valgano le tasse che paga al governo di Roma? Ieri il sottosegretario Vegas ha detto che i Comuni verranno compensati per il gettito perduto. Doppio errore: innanzitutto perché se così fosse le tasse evidentemente non scenderebbero. E poi perché quel sindaco che non aggiusta le strade potrebbe dire che non è colpa sua, ma del governo che gli lesina risorse".
ed ancora, in termine dell'articolo:
"Come ha scritto l’ex-rettore dell’università di Padova, Gilberto Muraro (www.lavoce.info), «l'abolizione dell'Ici è una vittoria dell'apparenza sulla sostanza. Il minor gettito dei Comuni sarà compensato con trasferimenti dal centro. Ma l'Ici si autocontrolla, perché il sindaco deve soppesare la popolarità resa dai maggiori servizi con l’impopolarità creata dalla più pesante imposta. Un sussidio per definizione non basta mai sul piano politico e genera una domanda unanime di incremento, alimentando tensioni tra centro e periferia». Fanno bene Berlusconi e Tremonti a iniziare tagliando le tasse. Purché lo facciano davvero, non per finta: lo avessero fatto nel 2001, forse cinque anni dopo non avrebbero perso le elezioni. Ma qualcuno mi spiega perché di tutte le imposte vogliono cominciare proprio dall'Ici?".
Due parole, infine, sul ruolo del commercialista in tutta questa vicenda.
Naturalmente, il commercialista non ha responsabilità sulle scelte del Governo in merito all'abolizione dell'ICI: però, siccome si tratta di materia fiscale - che dovrebbe essere il nostro pane quotidiano - abbiamo grande responsabilità nello spiegare all'uomo comune (alla "sciura Maria" direbbero a Milano) che c'è poco da gioire per questa abolizione, per questa e quella ragione ... e spiegare tutto ciò è un po' come un dovere civico (se non lo facciamo noi, chi dovrebbe farlo? Gli avvocati? I notai? Chi altro?). Se nella nostra materia non siamo capaci di spiegare come stanno veramente le cose, allora poi è inutile lamentarsi (e piagnucolare) che ci sono gli abusivi che ci rubano clienti, che non abbiamo esclusive, ecc. la categoria ha quello che si merita ... sotto questo profilo credo abbiamo molto da imparare dai notai: loro sono stati ultimamente attaccati da tutte le parti (per la solita storia dei costi, delle esclusive) e però, il notariato sotto attacco fa' quadrato e promuove iniziative per spiegare alla gente il proprio lavoro e le nuove norme (la surroga nei mutui, le compravendite immobiliari e il valore da dichiarare in atto, ecc.): alla lunga questo lavoro ha benefici per tutta la categoria.
sperticarsi le mani applaudendo all'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale non ci porterà da nessuna parte (se non in un vicolo cieco
)
Un cosa è sicura: F.Giavazzi non è un nostalgico comunista, anzi forse è uno degli economisti liberali (o liberisti!?) più autorevoli d'Italia e apprezzati pure all'estero.
Taglio e incollo alcune parti dell'articolo citato che mi sembrano assai significative:
"... «Crescere vuol dire incentivare forme di autogoverno federalista», ha detto Silvio Berlusconi la scorsa settimana presentando il suo programma al Parlamento.
Ma allora perché il primo atto del nuovo governo è la cancellazione dell’Ici? Di tutte le imposte l'Ici è la più federalista, e anche la più efficiente. Il gettito non va a Roma, rimane ai Comuni. E se con quel gettito il sindaco non aggiusta le strade, i cittadini, incontrandolo in piazza, possono chiedergliene conto e avvisarlo che se continua così non verrà certo rieletto. Chi può controllare come sono utilizzate le imposte che affluiscono al governo centrale? A chi può rivolgersi il cittadino se pensa che i servizi che riceve dallo Stato centrale non valgano le tasse che paga al governo di Roma? Ieri il sottosegretario Vegas ha detto che i Comuni verranno compensati per il gettito perduto. Doppio errore: innanzitutto perché se così fosse le tasse evidentemente non scenderebbero. E poi perché quel sindaco che non aggiusta le strade potrebbe dire che non è colpa sua, ma del governo che gli lesina risorse".
ed ancora, in termine dell'articolo:
"Come ha scritto l’ex-rettore dell’università di Padova, Gilberto Muraro (www.lavoce.info), «l'abolizione dell'Ici è una vittoria dell'apparenza sulla sostanza. Il minor gettito dei Comuni sarà compensato con trasferimenti dal centro. Ma l'Ici si autocontrolla, perché il sindaco deve soppesare la popolarità resa dai maggiori servizi con l’impopolarità creata dalla più pesante imposta. Un sussidio per definizione non basta mai sul piano politico e genera una domanda unanime di incremento, alimentando tensioni tra centro e periferia». Fanno bene Berlusconi e Tremonti a iniziare tagliando le tasse. Purché lo facciano davvero, non per finta: lo avessero fatto nel 2001, forse cinque anni dopo non avrebbero perso le elezioni. Ma qualcuno mi spiega perché di tutte le imposte vogliono cominciare proprio dall'Ici?".
Due parole, infine, sul ruolo del commercialista in tutta questa vicenda.
Naturalmente, il commercialista non ha responsabilità sulle scelte del Governo in merito all'abolizione dell'ICI: però, siccome si tratta di materia fiscale - che dovrebbe essere il nostro pane quotidiano - abbiamo grande responsabilità nello spiegare all'uomo comune (alla "sciura Maria" direbbero a Milano) che c'è poco da gioire per questa abolizione, per questa e quella ragione ... e spiegare tutto ciò è un po' come un dovere civico (se non lo facciamo noi, chi dovrebbe farlo? Gli avvocati? I notai? Chi altro?). Se nella nostra materia non siamo capaci di spiegare come stanno veramente le cose, allora poi è inutile lamentarsi (e piagnucolare) che ci sono gli abusivi che ci rubano clienti, che non abbiamo esclusive, ecc. la categoria ha quello che si merita ... sotto questo profilo credo abbiamo molto da imparare dai notai: loro sono stati ultimamente attaccati da tutte le parti (per la solita storia dei costi, delle esclusive) e però, il notariato sotto attacco fa' quadrato e promuove iniziative per spiegare alla gente il proprio lavoro e le nuove norme (la surroga nei mutui, le compravendite immobiliari e il valore da dichiarare in atto, ecc.): alla lunga questo lavoro ha benefici per tutta la categoria.
sperticarsi le mani applaudendo all'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale non ci porterà da nessuna parte (se non in un vicolo cieco
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