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Fallimento, ammissione al credito privilegiato per TFR, ritorno "in bonis"

Hidetora

Utente
Buonasera a tutti
forse qualcuno riesce ad illuminarmi sulla procedura per fare domanda al fondo di garanzia INPS nel caso di una società fallita che ritorni in bonis, pur presentando nessun attivo (e nessuna previsione dello stesso) ?
La societa' per la quale ho lavorato e' fallita.
Ho fatto richiesta di insinuazione al passivo e sono stato ammesso come creditore privilegiato per il TFR.
Al momento di farmi rilasciare il modulo SR52 dal curatore fallimentare, questi mi comunica che:
"La informo che il Fallimento è stato revocato con sentenza della Corte di Appello di Roma (cfr. allegato) e che Società oggi è ritornata in bonis.
Pertanto, vorrà richiedere quanto a Lei dovuto direttamente alla xxxxxx S.R.L..
Cordiali saluti. "
Ergo, la societa' non risulta piu' fallita (addio Fondo di Garanzia ? )
Ieri mi arriva il resoconto della gestione, redatto dal curatore, che contiene tra le altre la seguente affermazione:
"... preso atto della sentenza che ha dichiarato la nullità della declaratoria di fallimento della XXX ... considerato che ad oggi la procedura non presenta alcun attivo e non e' prevedibile l'acquisizione di alcuna attività in misura tale da permettere una qualsivoglia successiva ripartizione in favore dei creditori ... NON VI E' DUNQUE LA POSSIBILITA' DI ACQUISIRE ATTIVO PER SODDISFARE NE' I CREDITORI CONCORSUALI NE' QUELLI PREDEDUCIBILI".

la domanda (ingenua) e' questa:
l' "ammissione di impotenza" rilasciata dal curatore stesso e relativa alla impossibilità, sia presente che futura, di recuperare alcuna attività non costituisce un motivo dirimente per far intervenire il fondo di garanzia ?

Lo so che sono ottimista ;-), ma io ci vedo messo nero su bianco (e dal curatore, poi - mica da me) che soldi da quella società non se ne vedranno MAI.

La faccio troppo facile ?

Grazie per la pazienza
 
Buonasera a tutti
forse qualcuno riesce ad illuminarmi sulla procedura per fare domanda al fondo di garanzia INPS nel caso di una società fallita che ritorni in bonis, pur presentando nessun attivo (e nessuna previsione dello stesso) ?
La societa' per la quale ho lavorato e' fallita.
Ho fatto richiesta di insinuazione al passivo e sono stato ammesso come creditore privilegiato per il TFR.
Al momento di farmi rilasciare il modulo SR52 dal curatore fallimentare, questi mi comunica che:
"La informo che il Fallimento è stato revocato con sentenza della Corte di Appello di Roma (cfr. allegato) e che Società oggi è ritornata in bonis.
Pertanto, vorrà richiedere quanto a Lei dovuto direttamente alla xxxxxx S.R.L..
Cordiali saluti. "
Ergo, la societa' non risulta piu' fallita (addio Fondo di Garanzia ? )
Ieri mi arriva il resoconto della gestione, redatto dal curatore, che contiene tra le altre la seguente affermazione:
"... preso atto della sentenza che ha dichiarato la nullità della declaratoria di fallimento della XXX ... considerato che ad oggi la procedura non presenta alcun attivo e non e' prevedibile l'acquisizione di alcuna attività in misura tale da permettere una qualsivoglia successiva ripartizione in favore dei creditori ... NON VI E' DUNQUE LA POSSIBILITA' DI ACQUISIRE ATTIVO PER SODDISFARE NE' I CREDITORI CONCORSUALI NE' QUELLI PREDEDUCIBILI".

la domanda (ingenua) e' questa:
l' "ammissione di impotenza" rilasciata dal curatore stesso e relativa alla impossibilità, sia presente che futura, di recuperare alcuna attività non costituisce un motivo dirimente per far intervenire il fondo di garanzia ?

Lo so che sono ottimista ;-), ma io ci vedo messo nero su bianco (e dal curatore, poi - mica da me) che soldi da quella società non se ne vedranno MAI.

La faccio troppo facile ?

Grazie per la pazienza

Buongiorno Hidetora: da quel che leggo, l'azienda è tornata in bonis quindi il fallimento è revocato perchè ci sono i presupposti per la liquidazione della massa debitoria al 100% (quindi sia i privilegiati che i chirografari) - il resoconto della gestione, se redatto in data successiva alla revoca del fallimento da parte del Tribunale, indica l'esatto contrario. Cosa sia successo lo sa solo il curatore. Io ho avuto il caso di un cliente il cui fallimento si è protratto per oltre 15 anni in quanto aveva una causa con un ente pubblico e, all'epoca, c'erano concrete possibilità di un esito positivo della stessa...
Io, fossi in te, mi farei assistere da un legale col "pelo sullo stomaco".
Ciao - Gianni
 
Gianni ciao,
grazie intanto per la risposta.
Attenzione ma - cosa da me non segnalata - non e' vero che "...l'azienda è tornata in bonis quindi il fallimento e' revocato perche' ci sono i presupposti per la liquidazione della massa debitoria al 100%.
Il curatore, in un precedente atto nel quale precisava che non era stato possibile concludere l'inventario, segnalava che "...la Corte di Appello ha accolto il reclamo avverso la sentenza di dichiarazione di fallimento, dichiarando la nullita' della declaratoria di fallimento della XXX e rimettendo gli atti al Tribunale.LA SOCIETA' E' STATA RIMESSA IN BONIS IN QUANTO IL CREDITORE ISTANTE HA RITIRATO L'ISTANZA DI FALLIMENTO".
Quindi, se non ho male interpretato:
- la società e' tecnicamente viva, perche' il creditore ha ritirato l'istanza di fallimento
(sorvolo a malincuore sulla domanda ingenua: "Ma tutti gli altri creditori ? Abbandonano cosi' ? Avranno capito che non c'e' nulla da prendere ?)
- per ammissione stessa del Curatore, la società non possiede nulla: "considerato che ad oggi la procedura non presenta alcun attivo e non e' prevedibile l'acquisizione di alcuna attività in misura tale da permettere una qualsivoglia successiva ripartizione in favore dei creditori ... NON VI E' DUNQUE LA POSSIBILITA' DI ACQUISIRE ATTIVO PER SODDISFARE NE' I CREDITORI CONCORSUALI NE' QUELLI PREDEDUCIBILI"
- io pertanto mi vedo costretto a chiedere i soldi alla società (che non possiede nulla) piuttosto che al fondo di garanzia INPS

Speravo ingenuamente di poter utilizzare in qualche modo la dichiarazione del Curatore stesso, che esplicità l'impossibilità di acquisire attivo.

Temo non sia cosi' facile.
 
Forse dovresti agire tu...decreto ingiuntivo e poi andare avanti...
Mi pare che il limite per il fallimento sia un ammontare di debiti pari a € 30.000 - chiaro è che per azionare un decreto ingiuntivo dovrai pure anticipare le spese del legale... se siete diversi dipendenti potreste nominarne uno comune a tutti e risparmiare qualcosa.
Ciao - Gianni
 
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