Scopri il nostro network Home Business Center Blog Site Center

Errore palese del consulente del lavoro: come comportarsi?

Salve a tutti,
espongo "brevemente":s-sault: il mio "caso" ringraziando anticipatamente coloro i quali siano in grado di darmi una mano.
Qualche giorno fa mi vedo notificare a casa un avviso di accertamento dell'agenzia delle entrate contenente una "bella" mazzata: mi viene contestato di aver dichiarato per l'anno fiscale 2008 un reddito imponibile IRPEF inferiore al reddito percepito.
A quel tempo lavoravo per l'azienda (ditta individuale) di mio padre ed ero inquadrato con un contratto di associazione in partecipazione agli utili del 5% per esclusivo apporto di lavoro.
Secondo la normativa vigente (essendo considerato un lavoratore autonomo), quindi, il sostituto tratteneva il 20% a titolo di ritenuta d'acconto su quanto erogatomi e lo versava in F24 con il codice tributo 1040. Per il resto, le tasse le liquidavo autonomamente nel mio UNICO.
Ora, leggendo l'avviso, vengo a conoscenza di aver percepito un ulteriore reddito, sempre per il lavoro svolto presso l'azienda di mio padre.
Non capendo il perché contatto il consulente del lavoro il quale mi spiega di avermi inquadrato come collaboratore a progetto in maniera del tutto "arbitraria" (giustificandosi di non essere mai stato a conoscenza del contratto di partecipazione agli utili) in quanto doveva inquadrarmi in qualche modo e di aver per tale ragione inserito l'importo di tale reddito nel mod. 770 semplificato. Eppure sui cedolini mensili che lo stesso consulente mi faceva firmare appare chiara la qualifica di associato a partire dalla data di stipula del contratto di partecipazione.
Capite la mia reazione: grazie all'aiuto del commercialista lavoravo contemporaneamente con due forme contrattuali diverse, con il piccolo appunto di non aver mai percepito alcun reddito diverso da quello derivante dal singolo contratto di partecipazione, nei confronti del quale tutti gli adempimenti fiscali sono stati compiuti correttamente e non sono contestati dall'agenzia.
Ora l'agenzia mi chiede di pagare l'IRPEF per il reddito che non ho dichiarato in UNICO ma dichiarato dal consulente del lavoro nel 770 e in un CUD apparso solo ora, con i relativi interessi e sanzioni ridotte.
Come devo comportarmi? Lo studio commerciale che ha commesso l'errore non ha alcuna intenzione di prendersi le sue responsabilità, ma solo di prendere tempo trovando le scuse più incredibili, ed io ho tutta l'intenzione di adire le vie legali.
Uno studio commerciale può fare pienamente le veci di un cliente e commettere errori così grossolani senza pagarne lo scotto? Come ha fatto a produrre un CUD, che ho ricevuto adesso a distanza di anni, senza il consenso del datore di lavoro e senza il mio visto che non ho mai firmato alcun contratto COCOPRO? Il mio datore di lavoro avrebbe dovuto firmare qualche documento per aprire questa mia ulteriore posizione? Ritenete che andando a parlare con il responsabile del procedimento all'agenzia delle entrate possa risolvere in qualche modo?

Un saluto e grazie.

Giovanni
 
non credo che l'agenzia delle entrate possa risolverti il problema.
accertati come ti ha suggerito Rocco, che saluto, se tuo padre abbia firmato o quantomeno fosse a conoscenza della doppia veste e nel caso ti conviene contrattare lo studio commerciale in quanto potrebbe se fosse assicurato, ristorarti di parte delle sanzioni.
ciao
 
No, mio padre non ne era a conoscenza... e non ha firmato assolutamente nulla al riguardo. Ripeto anche io non ho firmato nessun contratto a progetto, nessun progetto, etc. etc. L'unica cosa che io e mio padre abbiamo firmato è il contratto di associazione. La presenza di questo nuovo reddito è saltata fuori solo adesso grazie all'avviso dell'agenzia.
La cosa di cui sono sicuro è che il consulente ha preso una decisione del tutto arbitraria. Possibile che non si è reso conto che ero già iscritto alla gestione separata? La mia paura è che possa arrivare un altro avviso di accertamento per eventuali conguagli relativi ai contributi INPS!
Ma queste due forme contrattuali (associato e parasubordinato) possono coesistere in capo ad uno stesso soggetto per la prestazione di un lavoro svolto verso un'unica azienda?
 
Alto