Buonasera a tutti e grazie di avermi accolto in questo Forum. Il quesito che volevo porre è il seguente:
Nel 2013 il mio unico fratello acquistava un immobile parte con fondi propri e parte con 3 assegni dei nostri genitori provenienti da un conto a loro cointestato regolarmente riportati dal notaio nell’atto di compravendita con la dicitura “parte del pagamento corrispettivo è avvenuto con l’utilizzo di fondi dei proprio genitori” con di seguito i nomi di nostro padre e nostra madre, senza menzionare nell’atto una ipotetica esenzione / dispensa da collazione.
Nel 2016 mio padre muore lasciando un testamento olografo dove lascia tutti i suoi beni a nostra madre quindi in fase di successione noi 2 fratelli assistiti da un notaio abbiamo rinunciato all’eredità a suo favore. Ad inizio anno viene a mancare anche nostra madre, stavolta senza lasciare testamento e quindi all’apertura della successione i beni sono i seguenti:
Casa mamma valore 900 / Conto corrente valore 100 / Garage valore 60 = 1060
A questi però andrebbero aggiunti i 300 degli assegni per l’acquisto dell’immobile di mio fratello che se non ho capito male si configurano come una donazione indiretta.
Ora lui sostiene che dei 300 donati per l'acquisto della sua casa, 150 sono imputabili all’eredità di mio padre (essendo il conto cointestato) a cui però abbiamo rinunciato ed inoltre afferma che in presenza di testamento questa somma dovrebbe essere ascritta alla sua quota disponibile di un quarto e quindi ai fini del computo andrebbero calcolati solo i 150 donati da nostra madre.
Vorrei capire se mio fratello ha ragione totalmente o parzialmente e quali sono le diverse possibilità, ammesso che ci siano ovviamente. Grazie in anticipo, Marco
Nel 2013 il mio unico fratello acquistava un immobile parte con fondi propri e parte con 3 assegni dei nostri genitori provenienti da un conto a loro cointestato regolarmente riportati dal notaio nell’atto di compravendita con la dicitura “parte del pagamento corrispettivo è avvenuto con l’utilizzo di fondi dei proprio genitori” con di seguito i nomi di nostro padre e nostra madre, senza menzionare nell’atto una ipotetica esenzione / dispensa da collazione.
Nel 2016 mio padre muore lasciando un testamento olografo dove lascia tutti i suoi beni a nostra madre quindi in fase di successione noi 2 fratelli assistiti da un notaio abbiamo rinunciato all’eredità a suo favore. Ad inizio anno viene a mancare anche nostra madre, stavolta senza lasciare testamento e quindi all’apertura della successione i beni sono i seguenti:
Casa mamma valore 900 / Conto corrente valore 100 / Garage valore 60 = 1060
A questi però andrebbero aggiunti i 300 degli assegni per l’acquisto dell’immobile di mio fratello che se non ho capito male si configurano come una donazione indiretta.
Ora lui sostiene che dei 300 donati per l'acquisto della sua casa, 150 sono imputabili all’eredità di mio padre (essendo il conto cointestato) a cui però abbiamo rinunciato ed inoltre afferma che in presenza di testamento questa somma dovrebbe essere ascritta alla sua quota disponibile di un quarto e quindi ai fini del computo andrebbero calcolati solo i 150 donati da nostra madre.
Vorrei capire se mio fratello ha ragione totalmente o parzialmente e quali sono le diverse possibilità, ammesso che ci siano ovviamente. Grazie in anticipo, Marco