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Divisione giudiziale terreno

Salve,

Scrivo per conto di mia madre, la quale è erede da ormai molti anni di un terreno assieme ad altre 5 persone tra fratelli e cugini. Non trovando ormai da molto tempo una volontà comune di vendere, stava pensando di attivare il procedimento di divisione giudiziale.

Vorrei confrontarmi con qualcuno che abbia fatto qualcosa di simile per sapere - a grandi linee - tempistiche realistiche e costi spannometrici. L'idea sarebbe quella di farsi due conti in tasca e vedere se effettivamente possa convenire dare in là al ricorso al giudice oppure che non sia meglio disfarsi della propria quota di proprietà donando a qualcuno.

Ho letto di un'imposta di registro dell'1% del valore del bene e di costi da sostenere fra avvocato e tecnici. Non ho esperienza di divisioni giudiziali: in questo campo i professionisti coinvolti (avvocati e tecnici per l'appunto) hanno una parcella fissa o chiedono generalmente una percentuale sul valore del bene? Quale potrebbe essere una richiesta economica ragionevole per evitare parcelle esose e plateali fregature?

Grazie
 
Ti sconsiglio calorosamente di intraprendere un processo civile di divisione giudiziale dell'asse ereditario, giacché i costi sarebbero altissimi.

Tanto per capirci, il giudice nominerebbe un CTU (che pagate voi ...) per calcolare il valore commerciale dell'immobile. Pertanto le parti dovranno nominare un loro CTP (consulente tecnico di parte.

Ciascun coerede dovrà rivolgersi ad un avvocato la cui parcella sarà calcolata in ragione del valore dell'asse ereditario da dividere.

Non solo: dobbiamo anche considerare l'ipotesi, come ben evidenziato nella consulenza di cui al seguente link, in cui l'immobile possa essere suddiviso in natura in porzioni catastalmente autonome e questa circostanza impedirebbe la divisione giudiziale tramite vendita:

Divisione dell'immobile in comproprietà modalità cessazione comunione ereditaria

sul sito Avvocato online

Piuttosto che affrontare i costi di un simile processo (te ne parlo per esperienza diretta), vendi la tua quota ad un altro comproprietario, anche ad un prezzo sensibilmente inferiore al valore di mercato.

Saluti.
 
Concordo con quanto già detto prima.
Con la aggiunta che:
1- i tempi della divisione giudiziale sono lunghi (per non dire biblici). Stima intorno ai 10-15 anni. La forchetta dipende dal Tribunale cui chiederai la divisione;
2- Non solo dovrai pagare il tuo avvocato, il CTU (se gli altri condividenti non si oppongono alla divisione), ma anche le spese per la registrazione della sentenza di divisione e la sua trascrizione nella ex CC.RR.II ora SPI, oltre le spese di voltura. Ti ricordo che siamo in presenza di un diritto (reale) di trasferimenti di immobili per i quali è richiesta la forma scritta (nel tuo caso la sentenza) ad substantiam e la sua trascrizione per l'opponibilità a terzi ;
3- Se poi qualcuno dei condividenti/comproprietari non è d'accordo con con la sentenza di 1° grado, preparati ad affrontare un'altro giudizio di cognizione (l'appello) con i costi che quantomeno raddoppiano.
L'imposta di registro sui terreni dell'1% non esiste. L'imposta di registro (registrazione della sentenza) dipende dal tipo di terreno e da chi lo acquista (per atto pubblico notarile o per sentenza): essa imposta vale il 9% se il terreno non è agricolo, il 12% se chi acquista non è coltivatore diretto, vale 200,00 euro se chi lo acquista è un piccolo proprietario contadino o imprenditore agricolo.
Sul quanto potrebbe chiede un avvocato per una divisione giudiziale, tutto dipende dalla durata del processo e dalle eccezioni che le altre parti potrebbere presentare. In genere più il valore del bene è elevato più gli avvocati chiedono. Mediamente se il terreno in divisione vale 100 l'avvocato pretenderà almeno 10. Il CTU 3, Il tuo CTP (consulente di parte) 4.
Conoscendo la situazione di conflitto tra gli eredi, la consistenza dei beni (non ci dici nulla sui mq di terreno, se è edificabile, la sua qualità, ecc.) forse sarebbe stato meglio rinunciare all'eredità. Ad oggi, conoscendo il valore della propria quota del bene (che non ci dici), forse sarebbe il caso di donarlo/compravenderlo, se il donatario intenderà accettarlo o se vi è un potenziale acquirente.
 
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