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Disaccordi sugli stipendi

EdoarcoV

Utente
Buongiorno,
spero di essere nella sezione giusta.

Sono uno dei dieci soci di una Srl, tutti al 10% e tutti lavoratori.
In assemblea allo scadere degli accordi precedenti, l'amministratore ogni volta propone un accordo sugli stipendi dei soci lavoratori, che puntualmente genera la stessa discussione.

I soci contrari alle cifre proposte manifestano la loro contrarietà e sostengono che debba essere l'amministratore a trovare un compromesso giusto.

L'amministratore invece ripete che stante tot budget e tot proposta fatta da lui, chi non è d'accordo debba proporre formalmente la sua alternativa comprese le cifre per poi votarla, perché la sua responsabilità è solamente quella di verbalizzare le decisioni dell'assemblea e non quella di risolvere diverbi di questo genere.

Gli altri soci quindi continuano a protestare, senza proporre formalmente nulla, e si crea un clima molto teso.

Consigli su come uscirne e su quale delle due posizioni è più corretta?

Grazie,
E.
 
Finora la maggioranza ha sempre votato per la proposta dell'amministratore. Il problema è che rimane il malumore tra gli altri.
 
Sì chiaro, ma mettiamo che in futuro non ci sia la maggioranza e si voti contro la proposta dell'amministratore.
A quel punto?
A chi spetta fare una controproposta? Sempre all'amministratore oppure agli altri soci?
 
Il motivo è quello del voler condividere con i soci un modus operandi, nonché semplice curiosità. Non mi sembra un motivo sbagliato.
Grazie comunque per il parere.
 
Sono uno dei dieci soci di una Srl, tutti al 10% e tutti lavoratori.
In assemblea allo scadere degli accordi precedenti, l'amministratore ogni volta propone un accordo sugli stipendi dei soci lavoratori, che puntualmente genera la stessa discussione.

I soci contrari alle cifre proposte manifestano la loro contrarietà e sostengono che debba essere l'amministratore a trovare un compromesso giusto.

L'amministratore invece ripete che stante tot budget e tot proposta fatta da lui, chi non è d'accordo debba proporre formalmente la sua alternativa comprese le cifre per poi votarla, perché la sua responsabilità è solamente quella di verbalizzare le decisioni dell'assemblea e non quella di risolvere diverbi di questo genere.

Gli altri soci quindi continuano a protestare, senza proporre formalmente nulla, e si crea un clima molto teso.
Buongiorno, dico la mia:
1) l'amministratore unico o presidente del CDA per l'appunto dispone delle risorse aziendali amministrandole - se l'assemblea non è soddisfatta del suo operato lo sostituisce al termine del suo mandato. L'amministratore conosce (amministrando) la realtà aziendale e sa quali sono le risorse disponibili presenti e future quindi a mio avviso lui propone poi l'assemblea dei soci è sovrana perciò libera di accettare o meno.

2) se l'assemblea rifiuta, dovrà essere verbalizzato a cura del segretario nominato in assemblea medesima, il rifiuto della proposta; nel verbale quindi "il presidente inviterà i presenti a deliberare in merito" e l'assemblea deciderà il da farsi e questa decisione dovrà essere verbalizzata per iscritto onde evitare future contestazioni da parte di soggetti eventualmente dissenzienti;

3) i soci dissenzienti, possono proporre qualsiasi cosa ma poi l'assemblea, con i quorum previsti per legge e per statuto decide in merito... malumore o meno
 
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