Scopri il nostro network Home Business Center Blog Site Center

Dipendente società danese con famiglia e casa in Italia

Luigia

Amministratore
Marzia Ferrario
18/10/2012 alle 18:07 (Edit)


Buonasera rag. Rodella, io mi trovo in questa situazione: da Marzo 2012 sono dipendente (lavoro subordinato) di una società danese. Non sono stata distaccata da un datore di lavoro italiano. Lavoro in Danimarca ma sono residente fiscalmente in Italia (ho la casa e la famiglia in Italia). Ai fini della compilazione del mod. Unico come faccio a quantificare la retribuzione convenzionale? Devo considerare la retribuzione riportata nel cedolino della societa danese e compararla con la tabella ministeriale italiana valutando io autonomamente l’inquadramento della qualifica e del settore di appartenenza? Oppure devo considerare le retribuzioni effettivamente percepite in Danimarca senza utilizzare le retribuzioni convenzionali italiane?
Grazie mille in anticipo.
M. F.
Monza
 
Marzia Ferrario
18/10/2012 alle 18:07 (Edit)


Buonasera rag. Rodella, io mi trovo in questa situazione: da Marzo 2012 sono dipendente (lavoro subordinato) di una società danese. Non sono stata distaccata da un datore di lavoro italiano. Lavoro in Danimarca ma sono residente fiscalmente in Italia (ho la casa e la famiglia in Italia). Ai fini della compilazione del mod. Unico come faccio a quantificare la retribuzione convenzionale? Devo considerare la retribuzione riportata nel cedolino della societa danese e compararla con la tabella ministeriale italiana valutando io autonomamente l’inquadramento della qualifica e del settore di appartenenza? Oppure devo considerare le retribuzioni effettivamente percepite in Danimarca senza utilizzare le retribuzioni convenzionali italiane?
Grazie mille in anticipo.
M. F.
Monza

Gentile signora Marzia,
in effetti l’articolo 51 comma 8-bis del Tuir stabilisce che “ …. il reddito di lavoro dipendente, prestato all’estero in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto …… è determinato sulla base delle retribuzioni convenzionali …..”, avrebbe lasciato supporre che, la presente norma si dovesse applicare al distacco, in quanto gli elementi distintivi definiti per la determinazione delle retribuzioni convenzionali, traggono la loro specifica nella contrattazione italiana (vedasi come viene descritta, nel DM annuale la determinazione delle retribuzioni convenzionali).
Successivamente la circolare 50/E del 2002, ha chiarito che questo criterio viene applicato anche nelle ipotesi di assunzione per l’estero, ove come ben sappiamo non si può fare riferimento alle retribuzioni convenzionali.
Tutto ciò premesso, a mio giudizio è facile prevedere la difficoltà del lavoratore operante all’estero di determinare la fascia convenzionale, non potendo avere elementi oggettivamente applicabili alla nostra normativa interna. Per questo, personalmente ritengo che, nella maggior parte dei casi, (salvo alcune specificità che lei potrà rilevare leggendo il blog), si deve fare riferimento alle retribuzioni reali. Un altro aspetto interessante riguarda al fatto che nella retribuzione convenzionale non concorre la cd. “indennità estera”. Vorrei a questo proposito rilevare che la medesima, in linea generale, dovrebbe riguardare esclusivamente alle ipotesi di distacco, in quanto mal si sposa con una assunzione diretta dalla società estera.
Questa è la mia opinione.
Con i migliori saluti.
Luigi Rodella
 
Egr. Rag. Rodella,

Mi sono fatto una cultura navigando tra i vari post da lei scritti. Veramente utilissimo.

Rispolvero questo topic perché affine alla mia situazione e ai miei quesiti irrisolti.
Per vari motivi (famiglia, casa di proprietà, conti correnti con titoli...) sono da considerare fiscalmente domiciliato in Italia.
Attualmente sono un Quadro Metalmeccanico distaccato in Olanda da una società Italiana (per cui familiare alle retribuzioni convenzionali), ma sto per accettare un'offerta da un datore di lavoro estero per una posizione a Bruxelles.
In questo caso, come sollevato dall'utente Marzia Ferraro, l'inquadramento non è correlabile univocamente con la casistica data nella tabella delle retribuzioni convenzionali, per cui, come da lei scritto, si dovrebbe usare la retribuzione effettiva.
La prima domanda è:
1) Visto che il contratto è ancora da scrivere, posso chiedere all'azienda estera di scrivere qualcosa tipo: "...mansione equivalente a livello Quadro del CCNL Metalmeccanico italiano"? In questo modo potrei giustificare la retribuzione convenzionale scelta.

La domanda successiva, nel caso in cui si debba usare come imponibile la retribuzione effettiva, è relativa ai benefits che mi verranno concessi oltre alla RAL (o annual base salary). Vale a dire:
- pensione integrativa;
- assicurazione vita;
- assicurazione sanitaria;
- buoni pasto;
- auto ad uso promiscuo.

Il totale è valorizzato 28'000 euro, non poco. La domanda è dunque:
2) Nella dichiarazione italiana, oltre alla RAL, devo anche includere questi 28'000 euro?

Se fosse possibile applicare la retribuzione convenzionale, essa assorbe anche i fringe benefits per cui non ci sarebbero problemi; nella ipotesi che debba usare la retribuzione effettiva, la cosa non mi è chiarissima e rischia di avere effetti devastanti sul netto!

La ringrazio per l'aiuto.
Cordiali saluti,
Guido DS.
 
Egregio signor Guido,
in questo forum ed anche nel blog, ho avuto modo di rilevare che a mio giudizio nella ipotesi di assunzione di lavoratore da parte di società straniera (ad eccezione delle previsioni contenute nell'articolo 1 della legge 398/1987), è molto difficile poter applicare le retribuzioni convenzionali, in quanto queste si riferiscono al DM emanato in Italia, con riferimenti a determinati settori merceologici e livelli di inquadramento propri in Italia. Tutto ciò premesso ho avuto altresì modo di rilevare che la circolare 50/e del 12 giugno 2002, è stata molto esplicita: in un caso analogo al suo, la risposta è stata " Il reddito da dichiarare è quello convenzionale di cui all'articolo 48- comma 8 bis del Tuir " (oggi leggi art. 51).
Tutto ciò premesso, molti fanno riferimento nel contratto individuale di assunzione straniero ad un analogo livello e settore italiano, come vorrebbe fare lei. Altri, al momento della dichiarazione dei redditi, si adattano il contratto e l'inquadramento ad una fascia analoga italiana contenuta nel DM.
Vorrei a questo proposito rilevare che sarebbe importante un chiarimento ministeriale, in quanto nelle retribuzioni convenzionali rientrano tutti i benefit (vedi per tutte la circolare 207/2000 punto 1.5.7), però a mio giudizio, la circolare voleva disciplinare le ipotesi di distacco, dove il datore distaccante concordava nel "pacchetto estero" benefit, e l'indennità estero. Qui invece i presupposti sono molto, diversi. Il lavoratore non subisce alcun disagio, ciò in quanto ha deciso di trasferirsi e di operare all'estero, per cui questi benefici non sono riconosciuti a ristoro di un disagio derivante dal distacco, ma sono parte della retribuzione concordata con il datore di lavoro straniero. Neppur la casa può essere considerata a valore convenzionale (Rendita catastale), in quanto il Ministero ha chiarito che all'estero si opera il valore normale. Questa è la mia opinione.
Con i migliori saluti.
Luigi Rodella
 
Alto