Salve, sono nuovo del forum.
Ho aperto una PIVA da qualche settimana per lavorare presso uno studio a 50 km da casa mia (God bless the train) e mi stavo documentando da newbie sul magico mondo della burocrazia italiana... specie per il fisco.
Leggendo di deduzioni e detrazioni che mi permettano di non estinguere la già misera paga che prendo per ora da un unico soggetto, trovo molta confusione negli articoli del web.
Spesso si chiamano come detrazioni quelle che sono deduzioni (costo sottratto al reddito imponibile) che riducono solo il reddito imponibile per il calcolo delle tasse, mentre se non ho capito male le detrazioni sono vera e propria riduzione dell'imposta da versare.
Quindi dato che per una PIVA la deduzione va a carico dell'IRPEF al 23%, con zero imposta fino a circa 4800 euro (circa 1104 euro di deduzione pari per l'appunto all'irpef al 23%), e dato che la deduzione è variabile da 0 a circa 1104 euro fino a 55 mila euro di reddito, se una PIVA dovesse sostenere dei costi con un reddito annuo superiore a 4800 euro, gli converrebbe al massimo sostenerne fino a portare il reddito imponibile a 4800 euro, lasciandosi eventuali altri costi per gli anni fiscali a seguire.In questo modo riuscirà anche l'anno a seguire ad avere un reddito imponibile basso.
Un mio dubbio è se per il regime dei minimi la deduzione rimanga uguale o se tutto venga commisurato all'aliquota del 5%, ovvero la massima deduzione annua sia al massimo 240 euro, o se rimanga di 1104 euro, cosa che porterebbe ad un credito d'imposta se si sostenessero spese che riducano un reddito imponibile fino a 4800 euro. Esempio: reddito annuo 6000 euro (il classico stipendio di m....medio dei giovani italiani sotto falsa partita iva), spese per software (costi) 1000 euro a programma (vedi autocad). Arrivando a 4800 euro si avrebbe diritto ad una deduzione di 1104 euro con un'imposta lorda di 240 euro. Si va in credito d'imposta? se così fosse ad un regime dei minimi converrebbe nei primi 5 anni bruciarsi tutto lo stipendio in costi odierni e per il futuro per trarre il massimo vantaggio per il baratro successivo (quando si passa al regime normale).
Un secondo dubbio che ho: vedendo per esempio
elenco costi deducibili detraibili iva rappresentanza autovetture telefonia telefoni pasti albergo compensi amministratore cellulare ricarica leasing noleggio uso dipendente promiscuo
delle spese vendono indicate come deduzioni e come detrazioni dall'IVA. Sussistono entrambe o vale o l'una o l'altra?
In un tal caso il regime dei minimi non ha IVA, quindi non ha detrazioni IVA, ma può comunque detrarre (e non dedurre) dall'imposta fissa del 5%?
Più o meno il mio problema è che avendo un considerevole ammontare di costi per avviare al meglio la mia carriera cinquantennale (chissà se esisterà ancora una pensione...sigh...) di professionista sottopagato non so come distribuire al meglio le spese da sostenere non avendo ben chiaro come valutare la mia capacità fiscale annua per detrazioni o deduzioni.
Ho aperto una PIVA da qualche settimana per lavorare presso uno studio a 50 km da casa mia (God bless the train) e mi stavo documentando da newbie sul magico mondo della burocrazia italiana... specie per il fisco.
Leggendo di deduzioni e detrazioni che mi permettano di non estinguere la già misera paga che prendo per ora da un unico soggetto, trovo molta confusione negli articoli del web.
Spesso si chiamano come detrazioni quelle che sono deduzioni (costo sottratto al reddito imponibile) che riducono solo il reddito imponibile per il calcolo delle tasse, mentre se non ho capito male le detrazioni sono vera e propria riduzione dell'imposta da versare.
Quindi dato che per una PIVA la deduzione va a carico dell'IRPEF al 23%, con zero imposta fino a circa 4800 euro (circa 1104 euro di deduzione pari per l'appunto all'irpef al 23%), e dato che la deduzione è variabile da 0 a circa 1104 euro fino a 55 mila euro di reddito, se una PIVA dovesse sostenere dei costi con un reddito annuo superiore a 4800 euro, gli converrebbe al massimo sostenerne fino a portare il reddito imponibile a 4800 euro, lasciandosi eventuali altri costi per gli anni fiscali a seguire.In questo modo riuscirà anche l'anno a seguire ad avere un reddito imponibile basso.
Un mio dubbio è se per il regime dei minimi la deduzione rimanga uguale o se tutto venga commisurato all'aliquota del 5%, ovvero la massima deduzione annua sia al massimo 240 euro, o se rimanga di 1104 euro, cosa che porterebbe ad un credito d'imposta se si sostenessero spese che riducano un reddito imponibile fino a 4800 euro. Esempio: reddito annuo 6000 euro (il classico stipendio di m....medio dei giovani italiani sotto falsa partita iva), spese per software (costi) 1000 euro a programma (vedi autocad). Arrivando a 4800 euro si avrebbe diritto ad una deduzione di 1104 euro con un'imposta lorda di 240 euro. Si va in credito d'imposta? se così fosse ad un regime dei minimi converrebbe nei primi 5 anni bruciarsi tutto lo stipendio in costi odierni e per il futuro per trarre il massimo vantaggio per il baratro successivo (quando si passa al regime normale).
Un secondo dubbio che ho: vedendo per esempio
elenco costi deducibili detraibili iva rappresentanza autovetture telefonia telefoni pasti albergo compensi amministratore cellulare ricarica leasing noleggio uso dipendente promiscuo
delle spese vendono indicate come deduzioni e come detrazioni dall'IVA. Sussistono entrambe o vale o l'una o l'altra?
In un tal caso il regime dei minimi non ha IVA, quindi non ha detrazioni IVA, ma può comunque detrarre (e non dedurre) dall'imposta fissa del 5%?
Più o meno il mio problema è che avendo un considerevole ammontare di costi per avviare al meglio la mia carriera cinquantennale (chissà se esisterà ancora una pensione...sigh...) di professionista sottopagato non so come distribuire al meglio le spese da sostenere non avendo ben chiaro come valutare la mia capacità fiscale annua per detrazioni o deduzioni.
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