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DEDUCIBILITA' SPESE RISTORANTI PER LAVORATORE AUTONOMO

G

Giorgio

Ospite
VI SOTTOPONGO QUESTO MIO DUBBIO.
NEL CALCOLO REDDITO DI LAVORO AUTONOMO POSSO CONSIDERARE COME COSTI LE SPESE SOSTENUTE PER I PASTI CON IL LIMITE FISCALE DEL 2 % DEI COMPENSI.
SU ALCUNI TESTI HO LETTO CHE PER DEDURRE TALI COSTI DEVE TRATTARSI DI SPESE SOSTENUTE AL DI FUORI DEL COMUNE DI RESIDENZA.
IL TESTO UNICO NON SPECIFICA SE SONO DEDUCIBILI SOLO SE FUORI DAL COMUNE DI RESIDENZA E QUINDI A ME SEMBREREBBE CHE SI POSSANO DEDURRE ANCHE SE SOSTENUTE NEL COMUNE IN CUI IL PROFESSIONISTA RISIEDE.
SECONDO VOI LA RESIDENZA DEL PROFESSIONISTA E' UN ELEMENTO RILEVANTE OPPURE NON RILEVA AI FINE DELLA DEDUCIBILITA' DEL COSTO ?
GRAZIE, GIORGIO
 
Tali spese sono deducibili nel limite del 2% dei compensi lordi, e non assume una rilevanza decisiva il fatto che queste spese siano state eseguite al di fuori del comune di residenza.
Nella differente ipotesi in cui il professionista sostenga la spesa di vitto a favore di un cliente, questo costo è classificabile come spesa di rappresentanza, in quanto sostenuto per promuovere la propria attività e mantenere i rapporti con la clientela. In questo secondo caso, il costo è deducibile nel limite del 1% dei compensi lordi.
In questa circostanza, quindi, parrebbe consigliabile che il professionista si facesse rilasciare due distinte ricevute con le caratteristiche già indicate: l'una relativa al pasto dallo stesso consumato, in base alla quale il costo in essa documentato potrà essere dedotto nella misura del 2%, l'altra concernente il costo sostenuto per il cliente, per effettuare la deduzione secondo le modalità sopra descritte.
Tuttavia, parte della dottrina, secondo un orientamento più prudenziale, volge verso una totale indeducibilità di tali spese, in quanto si ritiene che la ristorazione del professionista sia relativa alla sfera personale dello stesso , concludendo per la loro irrilevanza ai fini fiscali.
 
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