Buongiorno a tutti,
chiedo a chi ne sa più di me un chiarimento sulla seguente problematica: mio figlio, partita iva forfettaria aperta nel 2020, è stato contemporaneamente lavoratore dipendente come attività prevalente fino a settembre 2021 e quindi usufruiva fino a quel momento dell’esenzione dal pagamento dei contributi INPS sulla partita iva.
A settembre 2021 si è messo in aspettativa dal suo lavoro come dipendente, ed ha aperto contestualmente la posizione INPS nella gestione separata artigiani e commercianti.
Ora, in una situazione “normale” in cui periodo di fatturato e periodo di iscrizione alla gestione separata coincidono (di solito l’anno solare), quanto pagare di contributi è abbastanza semplice da capire anche per me: si prende la percentuale di fatturato annuo derivante dal suo codice ATECO (che chiamiamo X), se X è minore del contributo minimale per quell’anno (che chiamiamo Y) allora si paga solo questo Y, altrimenti a ciò si somma il 24% circa della differenza tra Y e X (spero dia vere correttamente sintetizzato).
Dunque, lui si trova nella posizione anomala (ma non tanto, a mio parere) di avuto dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 un certo fatturato, ma con una posizione INPS partita da settembre.
Ora, la domanda è: come si calcolano in questo caso i contributi INPS da pagare?
Secondo il suo commercialista, il minimale Y (che credo fosse 3.836,16€ o giù di lì) è stato rapportato al periodo dell’anno per il quale ha avuto la posizione INPS (dunque circa tre mesi, e quindi più o meno Y/4), mentre per il fatturato X ha preso l’intera somma da gennaio. Il risultato è una cifra da pagare secondo il commercialista che supera la quota minimale intera Y. La cosa che non mi convince, è che se lui avesse avuto la posizione INPS aperta da gennaio e non da settembre, non avrebbe sforato il minimale Y e dunque avrebbe pagato solo quello.
A mio parere l’interpretazione del commercialista è opinabile: secondo suo calcolo, se ad esempio avesse aperto la posizione INPS a dicembre avrebbe pagato ancor di più.
Mi sembrerebbe più logico se oltre a rapportare giustamente il minimale al periodo di apertura della posizione INPS (ci sono delle apposite tabelle INPS con gli importi mensili), avesse rapportato anche il suo fatturato imponibile annuo a tale periodo, meglio ancora considerando specificamente quanto fatturato nei tre mesi finali.
Scusate la lungaggine, e spero di essere stato chiaro. Ringrazio chi ci può aiutare
chiedo a chi ne sa più di me un chiarimento sulla seguente problematica: mio figlio, partita iva forfettaria aperta nel 2020, è stato contemporaneamente lavoratore dipendente come attività prevalente fino a settembre 2021 e quindi usufruiva fino a quel momento dell’esenzione dal pagamento dei contributi INPS sulla partita iva.
A settembre 2021 si è messo in aspettativa dal suo lavoro come dipendente, ed ha aperto contestualmente la posizione INPS nella gestione separata artigiani e commercianti.
Ora, in una situazione “normale” in cui periodo di fatturato e periodo di iscrizione alla gestione separata coincidono (di solito l’anno solare), quanto pagare di contributi è abbastanza semplice da capire anche per me: si prende la percentuale di fatturato annuo derivante dal suo codice ATECO (che chiamiamo X), se X è minore del contributo minimale per quell’anno (che chiamiamo Y) allora si paga solo questo Y, altrimenti a ciò si somma il 24% circa della differenza tra Y e X (spero dia vere correttamente sintetizzato).
Dunque, lui si trova nella posizione anomala (ma non tanto, a mio parere) di avuto dal 1 gennaio al 31 dicembre 2021 un certo fatturato, ma con una posizione INPS partita da settembre.
Ora, la domanda è: come si calcolano in questo caso i contributi INPS da pagare?
Secondo il suo commercialista, il minimale Y (che credo fosse 3.836,16€ o giù di lì) è stato rapportato al periodo dell’anno per il quale ha avuto la posizione INPS (dunque circa tre mesi, e quindi più o meno Y/4), mentre per il fatturato X ha preso l’intera somma da gennaio. Il risultato è una cifra da pagare secondo il commercialista che supera la quota minimale intera Y. La cosa che non mi convince, è che se lui avesse avuto la posizione INPS aperta da gennaio e non da settembre, non avrebbe sforato il minimale Y e dunque avrebbe pagato solo quello.
A mio parere l’interpretazione del commercialista è opinabile: secondo suo calcolo, se ad esempio avesse aperto la posizione INPS a dicembre avrebbe pagato ancor di più.
Mi sembrerebbe più logico se oltre a rapportare giustamente il minimale al periodo di apertura della posizione INPS (ci sono delle apposite tabelle INPS con gli importi mensili), avesse rapportato anche il suo fatturato imponibile annuo a tale periodo, meglio ancora considerando specificamente quanto fatturato nei tre mesi finali.
Scusate la lungaggine, e spero di essere stato chiaro. Ringrazio chi ci può aiutare