ivanisevic82
Utente
Buonasera, avrei bisogno di un chiarimento riguardo a una "possibilità" che mi è stata accennata dal mio consulente fiscale e che mi ha lasciato piuttosto incredulo.
In breve mi è stato detto che per un professionista forfettario, come il sottoscritto, sarebbe possibile aderire ad una proposta di concordato, vincolante SOLO per il prossimo anno, in forza della quale i redditi prodotti nel 2024, andranno tassati come quelli del 2023, salvo un lieve aumento a rialzo di circa il 10% nella quantificazione della base imponibile.
Mi ha detto che peraltro, su suddetto aumento, l'aliquota applicata non sarà il 15% ma il 10%.
Mi ha detto inoltre che la eventuale eccedenza, rispetto alla base imponibile "concordata", non sarà sottoposta a tassazione (!!!).
Ora, io l'anno scorso (2023) ho prodotto un reddito imponibile di 58.000, che diventa 45.000 a seguito della "scrematura" del 78% prevista dal regime forfettario.
Per il 2024 io stimo invece un aumento di reddito significativo, per cui chiuderò l'anno vicino alla soglia di 85.000 (diciamo 84, per sicurezza), che "scremati" al 78% sarebbero 65.000, cioè 20.000 in più rispetto all'anno prima.
Nel mio caso, con il concordato, al posto di usare come base imponibile 65.000, si userà 49.000 (ovverosia i 45.000 dell'anno prima + un lieve aumento).
Pertanto, la parte eccedente i 49.000, ovverosia 16.000 euro, saranno esenti da tassazione (!!!), con un risparmio di circa 2.500 euro.
Avrei potuto comprendere la logica del concordato, se mi avesse esposto al rischio di un patto biennale, ma mi pare di capire che per i forfettari non sia così.
Ora, alle porte della chiusura dell'anno, so ormai perfettamente quale sarà il mio fatturato e ragionando nei termini sopra descritti mi sembra questa operazione possa comportare SOLO benefici e NESSUNA contropartita, ne rischi.
Ecco, tutto questo mi sembra strano.
E' effettivamente così?
O mi sto perdendo qualcosa??
Grazie per il supporto!
In breve mi è stato detto che per un professionista forfettario, come il sottoscritto, sarebbe possibile aderire ad una proposta di concordato, vincolante SOLO per il prossimo anno, in forza della quale i redditi prodotti nel 2024, andranno tassati come quelli del 2023, salvo un lieve aumento a rialzo di circa il 10% nella quantificazione della base imponibile.
Mi ha detto che peraltro, su suddetto aumento, l'aliquota applicata non sarà il 15% ma il 10%.
Mi ha detto inoltre che la eventuale eccedenza, rispetto alla base imponibile "concordata", non sarà sottoposta a tassazione (!!!).
Ora, io l'anno scorso (2023) ho prodotto un reddito imponibile di 58.000, che diventa 45.000 a seguito della "scrematura" del 78% prevista dal regime forfettario.
Per il 2024 io stimo invece un aumento di reddito significativo, per cui chiuderò l'anno vicino alla soglia di 85.000 (diciamo 84, per sicurezza), che "scremati" al 78% sarebbero 65.000, cioè 20.000 in più rispetto all'anno prima.
Nel mio caso, con il concordato, al posto di usare come base imponibile 65.000, si userà 49.000 (ovverosia i 45.000 dell'anno prima + un lieve aumento).
Pertanto, la parte eccedente i 49.000, ovverosia 16.000 euro, saranno esenti da tassazione (!!!), con un risparmio di circa 2.500 euro.
Avrei potuto comprendere la logica del concordato, se mi avesse esposto al rischio di un patto biennale, ma mi pare di capire che per i forfettari non sia così.
Ora, alle porte della chiusura dell'anno, so ormai perfettamente quale sarà il mio fatturato e ragionando nei termini sopra descritti mi sembra questa operazione possa comportare SOLO benefici e NESSUNA contropartita, ne rischi.
Ecco, tutto questo mi sembra strano.
E' effettivamente così?
O mi sto perdendo qualcosa??
Grazie per il supporto!