Un saluto a tutti gli utenti del forum, e complimenti per il forum e il sito, davvero ricco di tanti spunti interessanti.
Mi chiamo Andrea e vi scrivo da Napoli. Dal momento che siete "del settore", vi chiedo un consiglio sul mio nipotino neo 18enne, che, a settembre (a [argomento delicato] piacendo che le scuole riaprano) si appresterà a frequentare l'ultimo anno dell'Istituto Tecnico Commerciale Caruso di Napoli, indirizzo "ragioniere programmatore" (che ora mi pare abbia preso il nome di "sistemi informativi aziendali"). E' molto bravo a scuola, ha tutti 8 e 9, si vede che ci mette passione per tutte le materie che studia, specialmente quelle piu caratterizzanti del corso, ovvero sia nel ramo economico che in quello informatico, e proprio per questo motivo, i genitori (ovvero mia sorella e mio cognato), stanno cercando di convincerlo a proseguire gli studi all'università, nel settore che gli piace di piu (economico o informatico).
Lui, nonostante sia forse l'unico della sua classe che può realmente aspirare a un 100 come voto di diploma, è stato categorico: non vuole proseguire....un po' perchè ha esplicitamente affermato che non crede nel valore aggiunto della laurea per trovare lavoro (specialmente da noi al Sud), un po' per carattere: è un ragazzo che soffre molto lo stress da esami, già a distanza di un anno ha l'ansia per l'esame di maturità, e anche un semplice compito in classe, per lui, è una tortura a livello emotivo/psicologico (anche se poi lo supera sempre brillantemente)...questa forse è anche colpa dei suoi genitori,che fin dalle elementari, son stati troppo esigenti sui risultati scolastici, lo hanno trattato piu come un cavallino da corsa che come un figlio...proprio l'altro giorno mi fa: "zio, promettimi di convincere per favore mamma e papà a non insistere con l'università, a meno che non vogliano che mi prenda una laurea a suon di antidepressivi", e non vi nego che questa cosa mi abbia molto scosso, ed è una promessa che manterrò: la salute e la libertà di scegliere senza imposizioni o manipolazioni psicologiche sono due valori sacri
Detto questo, qualche perplessità sul suo futuro lavorativo me la pongo anche io, e torno alla domanda del titolo,ovvero: un ragioniere programmatore non laureato ha ancora possibilità di trovare lavoro nel suo settore senza prendersi la laurea?
Se dovessimo guardare ai dati statistici, a tuttoggi "ragioneria" dicono che sia il diploma piu richiesto... da un'altra parte però vedo: diversi laureati in economia a spasso o sottopagati presso qualche dominus, molti ragionieri che, almeno qui a Napoli, tutto vanno a fare tranne che i contabili mettendosi a fare, che so, magazzinieri, cassieri di supermercato, commessi di negozio o buttandosi nel settore commerciale a partita IVA (agenti immobiliari, assicurativi, consulenti finanziari prestiti), settore dove ho dovuto ripiegare pure io (con una laurea in giurisprudenza) e ritengo che siano lavori che puoi fare anche con la 5° elementare, basta avere parlantina ed essere "spregiudicati".... il commerciale è una giungla, ma ci devi essere portato se no "te se magnano", e per come conosco mio nipote, non ci sarebbe portato e non gli piacerebbe.
In tutto questo, a leggere proiezioni varie e studi di mercato riportati da diverse testate, dicono sempre che il lavoro del contabile e dello stesso commercialista sarebbero quelli a maggior rischio di estinzione nei prossimi 10/15 anni dovuta alla digitalizzazione e avanzamento della tecnologia sempre piu dilaganti (anche se spero proprio di no).
Insomma, non vorrei mai che mio nipote si ammalasse di nervi a fare una cosa che non vuole (l'università), ma allo stesso tempo mi chiedo se sia ravvisabile un discreto futuro lavorativo anche col diploma oppure la laurea in economia è diventata la nuova "scuola dell'obbligo" per lavorare nel settore.
Grazie a chiunque mi vorrà rispondere.
Mi chiamo Andrea e vi scrivo da Napoli. Dal momento che siete "del settore", vi chiedo un consiglio sul mio nipotino neo 18enne, che, a settembre (a [argomento delicato] piacendo che le scuole riaprano) si appresterà a frequentare l'ultimo anno dell'Istituto Tecnico Commerciale Caruso di Napoli, indirizzo "ragioniere programmatore" (che ora mi pare abbia preso il nome di "sistemi informativi aziendali"). E' molto bravo a scuola, ha tutti 8 e 9, si vede che ci mette passione per tutte le materie che studia, specialmente quelle piu caratterizzanti del corso, ovvero sia nel ramo economico che in quello informatico, e proprio per questo motivo, i genitori (ovvero mia sorella e mio cognato), stanno cercando di convincerlo a proseguire gli studi all'università, nel settore che gli piace di piu (economico o informatico).
Lui, nonostante sia forse l'unico della sua classe che può realmente aspirare a un 100 come voto di diploma, è stato categorico: non vuole proseguire....un po' perchè ha esplicitamente affermato che non crede nel valore aggiunto della laurea per trovare lavoro (specialmente da noi al Sud), un po' per carattere: è un ragazzo che soffre molto lo stress da esami, già a distanza di un anno ha l'ansia per l'esame di maturità, e anche un semplice compito in classe, per lui, è una tortura a livello emotivo/psicologico (anche se poi lo supera sempre brillantemente)...questa forse è anche colpa dei suoi genitori,che fin dalle elementari, son stati troppo esigenti sui risultati scolastici, lo hanno trattato piu come un cavallino da corsa che come un figlio...proprio l'altro giorno mi fa: "zio, promettimi di convincere per favore mamma e papà a non insistere con l'università, a meno che non vogliano che mi prenda una laurea a suon di antidepressivi", e non vi nego che questa cosa mi abbia molto scosso, ed è una promessa che manterrò: la salute e la libertà di scegliere senza imposizioni o manipolazioni psicologiche sono due valori sacri
Detto questo, qualche perplessità sul suo futuro lavorativo me la pongo anche io, e torno alla domanda del titolo,ovvero: un ragioniere programmatore non laureato ha ancora possibilità di trovare lavoro nel suo settore senza prendersi la laurea?
Se dovessimo guardare ai dati statistici, a tuttoggi "ragioneria" dicono che sia il diploma piu richiesto... da un'altra parte però vedo: diversi laureati in economia a spasso o sottopagati presso qualche dominus, molti ragionieri che, almeno qui a Napoli, tutto vanno a fare tranne che i contabili mettendosi a fare, che so, magazzinieri, cassieri di supermercato, commessi di negozio o buttandosi nel settore commerciale a partita IVA (agenti immobiliari, assicurativi, consulenti finanziari prestiti), settore dove ho dovuto ripiegare pure io (con una laurea in giurisprudenza) e ritengo che siano lavori che puoi fare anche con la 5° elementare, basta avere parlantina ed essere "spregiudicati".... il commerciale è una giungla, ma ci devi essere portato se no "te se magnano", e per come conosco mio nipote, non ci sarebbe portato e non gli piacerebbe.
In tutto questo, a leggere proiezioni varie e studi di mercato riportati da diverse testate, dicono sempre che il lavoro del contabile e dello stesso commercialista sarebbero quelli a maggior rischio di estinzione nei prossimi 10/15 anni dovuta alla digitalizzazione e avanzamento della tecnologia sempre piu dilaganti (anche se spero proprio di no).
Insomma, non vorrei mai che mio nipote si ammalasse di nervi a fare una cosa che non vuole (l'università), ma allo stesso tempo mi chiedo se sia ravvisabile un discreto futuro lavorativo anche col diploma oppure la laurea in economia è diventata la nuova "scuola dell'obbligo" per lavorare nel settore.
Grazie a chiunque mi vorrà rispondere.