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buoni pasto

stefuz

Utente
Quale è il limite di deducibilità dei costi di acquisto per i buoni pasto sostenuto dal datore di lavoro?

A logica direi che il datore di lavoro può portare in deduzione un numero di buoni pasto pari alle giornale lavorative dei dipendenti durante l'anno.

Se la società, per così dire, "abusa" nel consegnare i buoni pasto ai propri dipendenti, consegnandone a destra e a manca, come comportarsi ai fini della deducibilità del costo?
 
Riferimento: buoni pasto

Non mi occupo di lavoro ma ti segnalo

Vitto, mense, prestazioni e indennità sostitutive (art. 51 c. 2 lett. c DPR 917/86)

Sono esclusi dalla base imponibile:

1) le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro (es. pasti consumati dai camerieri o dal cuoco di un ristorante, pasti forniti al personale imbarcato su navi o aerei, fornitura di cestini preconfezionati contenenti il pasto dei dipendenti, ecc.);

2) le somministrazioni di pasti effettuati in mense organizzate direttamente dal datore di lavoro o gestite da terzi (comprese quelle derivanti da convenzioni con ristoranti);

3) le seguenti prestazioni o indennità sostitutive:

- le prestazioni sostitutive (tickets restaurant, somministrazione di alimenti e bevande effettuate da pubblici esercizi, cessioni di prodotti di gastronomia pronti per il consumo immediato), fino all'importo complessivo giornaliero, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali e delle somme poste a carico dei lavoratori, di euro 5,29 (Circ. Min. 7 febbraio 1997 n. 29/E, Circ. Min. 23 dicembre 1997 n. 326/E). L'esclusione si applica anche ai lavoratori a tempo parziale, il cui orario di lavoro non preveda il diritto alla pausa per il pranzo (Ris. Min. 30 ottobre 2006 n. 118/E);

- l'indennità sostitutiva di mensa, consistente in un'erogazione in denaro, fino all'importo complessivo giornaliero di euro 5,29, solamente se corrisposta agli addetti ai cantieri edili, ad altre strutture lavorative a carattere temporaneo o ad unità produttive situate in zone prive di strutture o servizi di ristorazione. Il requisito della temporaneità ricorre anche nei casi di stagionalità dell'attività svolta dal dipendente.
 
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