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badante e retribuzione

giulio1

Utente
Buongiorno Domenico, una conoscente che prestava servizio come badante, non ha ancora ricevuto la retribuzione del mese, tfr, ferie,etc., nonostante sono trascorsi 3 mesi da quando si è dimessa.
Preciso che l'assistita è malata di alzheimer, e l'unica figlia che si occupava della relativa retribuzione e coordinava dando disposizioni di volta in volta di quanto era necessario nello svolgimento del lavoro.
La figlia si rifiuta di pagare il dovuto, dicendo che il datore di lavoro è la mamma e che lei ( figlia) non deve darle niente.
Potresti darmi una mano ad aiutare la mia conoscente?.
Ti ringrazio
Ciao Giulio
 
Buongiorno Giulio, non viene detto se la figlia è convivente o no.

Tuttavia la situazione o meno di convivenza la si può tranquillamente ignorare, infatti il ccnl di categoria stabilisce che “ i familiari coabitanti, risultanti dallo stato di famiglia, sono obbligati in solido per i crediti di lavoro maturati fino al momento del decesso”, questo varrebbe (quasi ) a escludere l'obbligo della figlia se fosse non convivente.

La norma contrattuale non pare possa trovare applicazione nel caso di specie, infatti si fa riferimento al decesso, ma anche se così è, nulla cambia circa il diritto della tua conoscente rivendicare nei confronti della figlia della sig.ra, quanto dovuto per il cessato periodo di lavoro.

Infatti, riferisci che durante il rapporto di lavoro, la figlia si preoccupava del pagamento delle retribuzioni e di fatto organizzava le gestione del rapporto.

Nella fattispecie simile a quella qui illustrata, è in precedenza intervenuta la cassazione, che ha stabilito “ in particolare, non vi era stato un formale atto di assunzione della lavoratrice da parte della madre della ricorrente e nel corso del rapporto la figlia era stata l’unica persona che aveva provveduto a dare direttive alla lavoratrice e a corrisponderle la retribuzione, senza mai specificare di farlo per mero incarico della madre.

In estrema sintesi, la conoscente può promuovere la vertenza (anche) rivolgendosi al giudice del lavoro chiamando in causa la figlia della sig.ra, che ha avuto il ruolo di vero e proprio datore di lavoro.
 
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