aliciolina
Utente
la situazione è questa: la mia cliente è titolare di un'edicola. il marito, dipendente a tempo pieno in un altro settore, la aiuta alla sera un ora o al sabato.
volendo scartare la soluzione del collaboratore famigliare per i contributi INPS troppo elevati rispetto al lavoro svolto, ho pensato ad una associazione in partecipazione.
le tesi peròsono discordanti: da una parte c'è chi sostiene che non si possa fare il contratto con il coniuge; dall'altra parte c'è chi sostiene che si può fare il contratto ma non si possono dedurre i compensi derivanti. a questo punto, cosa fare?
io propendo per il fatto che il contratto si possa fare e non dedurre il compenso: con una percentuale bassa di utili (visto anche il ridotto apporto di lavoro) resta anche la soluzione più conveniente.
scarterei anche l'impresa famigliare, sempre per non alzare troppo i redditi di lui e perchè comunque il lavoro prestato è poco incisivo (il fatto è che loro vogliono essere in regola se arrivasse un controllo)
volendo scartare la soluzione del collaboratore famigliare per i contributi INPS troppo elevati rispetto al lavoro svolto, ho pensato ad una associazione in partecipazione.
le tesi peròsono discordanti: da una parte c'è chi sostiene che non si possa fare il contratto con il coniuge; dall'altra parte c'è chi sostiene che si può fare il contratto ma non si possono dedurre i compensi derivanti. a questo punto, cosa fare?
io propendo per il fatto che il contratto si possa fare e non dedurre il compenso: con una percentuale bassa di utili (visto anche il ridotto apporto di lavoro) resta anche la soluzione più conveniente.
scarterei anche l'impresa famigliare, sempre per non alzare troppo i redditi di lui e perchè comunque il lavoro prestato è poco incisivo (il fatto è che loro vogliono essere in regola se arrivasse un controllo)