M
maurizio
Ospite
Sono a sottoporre un quesito riguardante un PVC della G.F. da cui è poi scaturito un accertamento dell'Agenzia delle Entrate.
Situazione: società in nome collettivo con due soci
Anno di imposta: 1998 e 1999
Contestazione: mancato versamento r.a. su ripartizione di utili che risultavano ancora da distribuire.
Antefatto: la snc in questione ha omesso di effettuare negli anni 1998 e 1999 il giroconto dei prelevamenti degli utili che mese mese i soci prelevavano mediante operazioni di banca imputate con la seguente scrittura (scrittura che si evince dalla contabilità):
------------------- xx/xx/1998 ----------------------------------
Socio A c/prelevamento a Banca c/c £. xxxxxxx
Causale: Prelevamento c/utili
-----------------------------------------------------------------
A fine anno, o meglio alla data del 30/04 anno successivo non è stato fatto erroneamente il giroconto:
------------------- 30/04/1999 ----------------------------------
Utile di esercizio a Socio A e B c/prelevamento £. xxx
Causale: imputazione risultato di esercizio anno 1998
-----------------------------------------------------------------
chiaramente il tutto è valido anche per l'anno successivo.
L'Agenzia delle Entrate, riprendendo il PVC della G.F. ha ravvisato quindi "... in merito si osserva che è comunque difficile considerare tale importi come ripartizione di utili dato che nel 2000 (e quindi nel 2000 perchè gli avvisi di accertamento sono due), data di inizio della verifica, tali utili relativi al 1998 ed al 1999 in realtà risultavano ancora da distribuire. E' da rilevare che proprio i verbalizzanti (leggi GdF) a pag. 10 del PVC hanno sottolineato che la società non ha deliberato compensi professionali ai soci. La considerazione che si tratta di una società di persone con due soli soci, fa presumere che i prelievi effettuati dagli stessi soci dai conti della società, come risultanti dalla documentazione bancaria a cui fa riferimento la GdF, sia effettivamente (auto) compensi illegittimemente non deliberati e non dichiarati; e questo proprio grazie alla "gestione familiare" della società."
In definitiva quindi l'agenzia delle entrate sanziona l'omesso versamento delle ritenute d'acconto relative ai "compensi agli amministratori", l'omessa indicazione di 2 percipienti nel quadro ST del 770, il versamento tardivo delle ritenute (sanzione del 30%) e la mancata esecuzione delle ritenute alla fonte..
Morale della favola un giocetto da circa 130.000.000 di vecchie lirette.
Considerazione: i soci hanno pagato le imposte, compresa l'IRAP, sull'utile di esercizio..
Che linea di difesa adottereste per un contenzioso? Perchè risulta chiaro che (vista la pretesa che ritengo assurda a questo giro arriviamo fino al III grado di giustizia ordinaria...)
Grazie per chi invierà suggerimenti..
Situazione: società in nome collettivo con due soci
Anno di imposta: 1998 e 1999
Contestazione: mancato versamento r.a. su ripartizione di utili che risultavano ancora da distribuire.
Antefatto: la snc in questione ha omesso di effettuare negli anni 1998 e 1999 il giroconto dei prelevamenti degli utili che mese mese i soci prelevavano mediante operazioni di banca imputate con la seguente scrittura (scrittura che si evince dalla contabilità):
------------------- xx/xx/1998 ----------------------------------
Socio A c/prelevamento a Banca c/c £. xxxxxxx
Causale: Prelevamento c/utili
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A fine anno, o meglio alla data del 30/04 anno successivo non è stato fatto erroneamente il giroconto:
------------------- 30/04/1999 ----------------------------------
Utile di esercizio a Socio A e B c/prelevamento £. xxx
Causale: imputazione risultato di esercizio anno 1998
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chiaramente il tutto è valido anche per l'anno successivo.
L'Agenzia delle Entrate, riprendendo il PVC della G.F. ha ravvisato quindi "... in merito si osserva che è comunque difficile considerare tale importi come ripartizione di utili dato che nel 2000 (e quindi nel 2000 perchè gli avvisi di accertamento sono due), data di inizio della verifica, tali utili relativi al 1998 ed al 1999 in realtà risultavano ancora da distribuire. E' da rilevare che proprio i verbalizzanti (leggi GdF) a pag. 10 del PVC hanno sottolineato che la società non ha deliberato compensi professionali ai soci. La considerazione che si tratta di una società di persone con due soli soci, fa presumere che i prelievi effettuati dagli stessi soci dai conti della società, come risultanti dalla documentazione bancaria a cui fa riferimento la GdF, sia effettivamente (auto) compensi illegittimemente non deliberati e non dichiarati; e questo proprio grazie alla "gestione familiare" della società."
In definitiva quindi l'agenzia delle entrate sanziona l'omesso versamento delle ritenute d'acconto relative ai "compensi agli amministratori", l'omessa indicazione di 2 percipienti nel quadro ST del 770, il versamento tardivo delle ritenute (sanzione del 30%) e la mancata esecuzione delle ritenute alla fonte..
Morale della favola un giocetto da circa 130.000.000 di vecchie lirette.
Considerazione: i soci hanno pagato le imposte, compresa l'IRAP, sull'utile di esercizio..
Che linea di difesa adottereste per un contenzioso? Perchè risulta chiaro che (vista la pretesa che ritengo assurda a questo giro arriviamo fino al III grado di giustizia ordinaria...)
Grazie per chi invierà suggerimenti..