Aggiornato con la Direttiva Europea "Corporate Sustainability Reporting Directive" CSRD
A partire dall’accordo di Parigi (2015) che detta la strategia di decarbonizzazione (con gli indici low carbon), all’ufficializzazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e agli atti delega della Commissione UE del 21 aprile 2021, fino alla Direttiva Europea Corporate Sostainability Reporting Directive, CSRD, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea, il 14 dicembre 2022, la sostenibilità ha assunto un ruolo sempre più centrale nei progetti di sviluppo delle istituzioni europee e nei percorsi delle principali società ed organizzazioni secondo le ambizioni e gli obiettivi del Green Deal europeo (dicembre 2019).
Si tratta di una nuova strategia che ha le finalità di trasformare l’Unione Europea in una società equa, competitiva e carbon-neutral entro il 2050. In questo nuovo contesto si prevede che gli aspetti sostenibili (prima della Direttiva CSRD "non finanziari") Enviromental, Social, Governance, ESG, dovranno essere sempre più integrati nella compliance aziendale di bilancio e finanziaria.
L’Italia si è dimostrata pronta ad allinearsi alle novità del framework internazionale. Le informazioni non finanziarie hanno acquisito una sempre maggiore rilevanza per effetto della rendicontazione obbligatoria prevista dal Decreto Legislativo 254/2016, alla quale si è orientata la policy di sostenibilità delle PMI, anche su base volontaria, verso un modello di business sempre più attento agli aspetti ambientali, sociali e di governance, quale prerogativa essenziale per rimanere sul mercato.
Una nuova fase è registrata a partire dal 21 giugno 2022, con la presentazione da parte del Consiglio Europeo del testo definitivo della nuova Direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD. La Direttiva nella sua versione definitiva all’ 01 luglio 22, approvata da parte del Parlamento europeo a novembre 2022, e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale Europea il 14 Dicembre 2022, tecnicamente interviene emandando il testo della Direttiva n. 34/2013, la c.d. Direttiva contabile e la Direttiva e Regolamento sull’audit, la «Transparency Directive».
Il contenuto ed anche la tecnica legislativa, hanno segnato significative innovazioni in direzione dell’ampliamento dell’informativa sostenibile estesa ad una più grande platea differenziata che comprende PMI quotate e non quotate (che redigono la reportistica sostenibile su base volontaria). I punti “innovativi” si possono sintetizzare in:
Il presente contributo è diretto ad approfondire ed analizzare l’evoluzione in ambito di rendicontazione e del passaggio da informativa "non finanziaria a "sostenibile", dai contenuti della Dichiarazione Non Finanziaria (“DNF”) all'approccio della CSRD, tra obbligatorietà e volontarietà.
Proprio sulla volontarietà, l’analisi dell’Osservatorio Nazionale sulla Rendicontazione Non Finanziaria (4° edizione febbraio 2022) delle DNF 2020, ha fatto emergere:
Premessa
1. Le origini ed il framework normativo della disclosure non finanziaria
1.1 Introduzione alla Corporate Social Responsability (CSR)
1.2 La rendicontazione non finanziaria
1.3 Il Framework normativo fino alla Direttiva (UE) 2022/2464, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea il 14 Dicembre 2022
1.3.1 “The April package 2021”: contenuti e finalità
1.4 Il ruolo della Dichiarazione non finanziaria (DNF) in Italia: EBA, MOG, adeguati assetti
1.4.1 I benefici sulle performance economico-finanziarie
2. Sostenibilità e doppia materialità, controllo interno ed esterno e responsabilità del Board
2.1 Il contenuto della DNF ai sensi del D. Lgs 254/2016 fino all'entrata in vigore della Direttiva Europea CSRD
2.1.1 Obbligo per i soggetti di interesse pubblico
2.1.2 Le caratteristiche quali-quantitative della DNF
2.2 Il controllo interno ed esterno e la responsabilità del board
2.2.1 Collegio sindacale e controllo interno
2.2.2 Revisore ed il controllo esterno
2.2.3 La responsabilità del board e il quadro sanzionatorio
2.3 L’impatto della sostenibilità sulla governance aziendale rafforzato nella CSRD: la “doppia rilevanza”
3. Il modello di sviluppo sostenibile secondo lo shared value
3.1 Dal Business Model (BM) al Sustainable Business Model (SBM)
3.2 Il processo di definizione di un Sustainable Business Model
3.2.1 L’impatto degli ESG sul valore creato
3.3 La determinazione del valore creato secondo il Discounted Cash Flow (DCF)
3.3.1 L’approccio al valore dell’International Integrated Reporting Council
3.3.2 Gli Elementi chiave
4. Il processo di rendicontazione e gli standard internazionali
4.1 Il riferimento ai principi di rendicontazione
4.1.1 I principali standard setter internazionali generalmente accettati
4.2 La struttura del framework del Global Reporting Initiative (GRI) 2022 2
4.2.1 Il Framework GRI aggiornato a giugno 2022: le novità e le innovazioni
4.3 La struttura GRI 2022 ed il GRI 1 - Foundation 2021: aspetti definitori
4.3.1 Lo scopo e la struttura degli standard GRI
4.3.2 I key concepts per la costruzione del report di sostenibilità
4.3.3 La compliance del report di sostenibilità: i requisiti di contenuto ed i principi qualitativi
4.3.4 Le informazioni aggiuntive raccomandate
4.4 La struttura del nuovo standard GRI 2 aggiornato a giugno 2022 ed effettivo da gennaio 2023 68
4.4.1 Esempio: l’impatto delle politiche retributive sulla disparità ed i relativi driver (paragrafo 2-21, GRI 2)
4.5 Il principio di materialità nello standard GRI 3 “Material Topics 2021”, effettivo dal 1° gennaio 2022
4.5.1 Il processo di individuazione del tema materiale: le fasi e le modalità operative
4.5.2 La rilevanza dei temi materiali per la valutazione del rischio finanziario dell’azienda e la rendicontazione
4.6 La disclosure sui temi materiali
4.7. Gli standard contenenti le informative tematiche GRI 200 e l’analisi economica
4.8 Gli standard contenenti informative specifiche GRI 300 e l’analisi degli indicatori ambientali
4.9 Gli standards contenenti informative specifiche GRI 400 e l’analisi degli indicatori Sociali
4.10 Gli Standard settoriali: petrolio e gas, carbone, agricoltura, acquacoltura e pesca
4.10.1 Il settore petrolio e gas, lo sviluppo sostenibile, temi materiali ed obiettivi SDGs
4.10.2 Il carbone: la specificità del settore, la sostenibilità e gli obiettivi SDGs
4.10.3 Agricoltura, acquacoltura e pesca: il profilo del settore e gli obiettivi di sostenibilità legati all’individuazione del tema materiale
5. Il processo di rendicontazione
5.1 La mappatura dei rischi ESG
5.2 La costruzione di un modello di rendicontazione ESG
5.2.1 L’autovalutazione o self-assessment
5.2.2 La scheda Informativa e per area tematica
5.2.3 Come costruire un foglio di lavoro: check list
6. Le innovazioni della direttiva europea CSRD e la previsione degli standard europei
6.1 La Direttiva Europea Corporate Sustainability Reporting Directive ed il processo di (re)denominazione dell’informativa non finanziaria
6.1.1 “CSRD” e le principali novità alla Non Financial Reporting Directive, NFRD
6.2 Al via l’attuazione degli standard europei
6.2.1 L’ambito di applicazione ed estensione della platea delle grandi imprese: i criteri quantitativi
6.2.2 PMI e principio di proporzionalità: casi specifici
6.3 La collocazione dell’informazione di sostenibilità ed il ruolo dell’EFRAG
6.3.1 La natura e la dimensione temporale dell’informazione, il piano di transizione
6.4 Il principio della “ doppia materialità”: “financial materiality” e “impact materiality”
6.5 La rendicontazione degli “ intangibili” e la digitalizzazione dell’informativa di sostenibilità
6.6 La revisione e l’ assurance
6.7 La supervisione e l’ enforcement ed i tempi attuativi della Direttiva
6.8 La CSRD nella relazione sulla gestione societaria
6.8.1 Le informazioni sulla rendicontazione sostenibile per le piccole e medie imprese
6.8.2 La revisione e l’attestazione della conformità della rendicontazione societaria di sostenibilità
6.8.3 Ragionevole sicurezza, gradualità e specializzazione del revisore
6.9 I bilanci OIC verso l’informativa sostenibile
6.9.1 Il commento dell’OIC all’impatto degli effetti dei cambiamenti climatici sul bilancio OIC e la gestione del rischio
6.9.2 Le incertezze significative e l’adeguata informativa
6.9.3 Gli effetti sulla perdita di valore, l’OIC 9 ed esempi di valore recuperabile per le attività materiali ed immateriali
6.9.4 L’informativa di bilancio, la coerenza con la relazione sulla gestione e criticità rilevate dall’OIC
7. La comprehensive corporate reporting dalla DNF “as is” alla CSRD “to be”
7.1 La doppia rilevanza e l’adeguatezza informativa
7.1.2 Il ruolo e la finalità dei principi di rendicontazione di sostenibilità
7.2 La rilevanza della comprehensive corporate reporting societaria
7.3 Le interconnessioni nell’ESRS 1 (EFRAG)
7.4 L’obiettivo di migliorare le informazioni nella CSRD
7.4.1 Dalla DNF “AS IS” alla CSRD “TO BE”: schema di riepilogo
Bibliografia
Sitografia
Riferimenti normativi e regolamentari
Rendicontazione di sostenibilità e Modello di Business ESG dell PMI; eBook in pdf di 192 pagine.
Aggiornato con la Direttiva Europea "Corporate Sustainability Reporting Directive" CSRD
Isbn: 9788891660930