Aggiornato alla Legge n° 208 del 2015 (Legge di stabilità per il 2016) che ha introdotto la società benefit.
L’impresa sociale è stata introdotta quasi dieci anni fa dal Decreto Legislativo n° 155 del 2006. Essa è una qualifica che le organizzazioni non profit possono assumere senza che cambi la disciplina per esse dettata dalle norme specifiche che le regolano, come, per esempio, la Legge n° 266 del 1991 per le organizzazioni di volontariato o la Legge n° 381 del 1991 sulle cooperative sociali e purché l’attività dell’ente consista nella produzione o nello scambio dei beni o dei servizi di utilità sociale previsti dal Dlgs 155/2006.
Da ciò deriva che le conseguenze pratiche di questo Decreto per le organizzazioni non profit (associazioni, fondazioni, comitati) sono limitate, anche se esso contiene alcune norme interessanti soprattutto perché volte a garantire la trasparenza e l’affidabilità presso il pubblico di questi enti che assumono anche la qualifica di “impresa sociale” (in primo luogo quelle in tema di redazione del “bilancio sociale”).
L’innovazione più importante del Dlgs 155/2006 sta nel fatto che anche le imprese in forma di società possono assumere tale qualifica (le imprese individuali non possono essere “imprese sociali”). In tal modo, esse diventano, assieme alle società cooperative a mutualità prevalente che non hanno questa qualifica, il trait d’union fra il mondo delle organizzazioni a scopo di lucro (o profit) e quello degli enti senza scopo di lucro (o non profit).
L’impresa sociale ha scisso esplicitamente per la prima volta il nesso fra il concetto di impresa (esclusa l’impresa cooperativa ed, in particolare, l’impresa cooperativa sociale) e quello di scopo di lucro, per il quale l’attività dell’impresa è finalizzata a generare un utile che andrà all’imprenditore o sarà diviso fra i soci. In tal modo il legislatore ha preso atto dell’esistenza di forme imprenditoriali ed organizzative volte a perseguire finalità sociali o solidaristiche che operano nel mercato concorrenziale. Inoltre, l’organizzazione senza scopo di lucro o la società che assume la qualifica di impresa sociale può, anche se non è una persona giuridica, limitare la responsabilità patrimoniale, se ha un patrimonio, cioè un totale dell’attivo dello stato patrimoniale, il cui valore supera i 20.000 Euro.
Per quanto riguarda il regime fiscale delle imprese sociali, facciamo notare che per esse non sono previste norme agevolative specifiche, ma ad esse si applicano quelle previste per la forma giuridica di organizzazione non profit o di impresa che ha preso la qualifica di impresa sociale. Pertanto, se l’impresa sociale è un “ente non commerciale” (associazione, fondazione o comitato), una ONLUS, una organizzazione di volontariato, una associazione di promozione sociale oppure una cooperativa sociale si applicano il regime e le agevolazioni fiscali previste per esse che sono trattate nel nostro e-book “Le agevolazioni fiscali per gli enti non profit”. Se, invece, l’impresa sociale è una società cooperativa, si può consultare l’altro nostro e-book “La disciplina della società cooperativa”.
Dal momento che gli enti profit o non profit che hanno preso la qualifica di impresa sociale sono stati abbastanza pochi, negli ultimi anni si è tentato un rilancio dell’istituto prevedendo che le imprese sociali, se hanno forma di società di capitali o cooperativa, possono essere “start-up innovative” (a vocazione sociale) (Decreto-Legge n° 179 del 2012) e che possano essere imprese agricole o cooperative sociali che svolgono anche le attività di utilità sociale previste dalla Legge n° 141 del 2015. Entrambe queste possibilità sono esaminate nel presente e-book di approfondimento. Infine, la Legge n° 208 del 2015 ha introdotto un istituto simile all’impresa sociale, la “società benefit” che, però, mantiene lo scopo di lucro e quindi non può avere anche la qualifica di impresa sociale.
1. La disciplina dell’impresa sociale: il decreto legislativo n° 155 del 2006 e la legge n° 141 del 2015 sull’impresa sociale agricola
1.1 La qualifica di “impresa sociale” delle organizzazioni non profit e delle imprese in forma societaria
1.2 I requisiti delle imprese sociali. Le start-up innovative a vocazione sociale
1.3 La limitazione della responsabilità patrimoniale delle imprese sociali
1.4 La costituzione e la struttura dell’impresa sociale
1.5 Le vicende dell’impresa sociale
1.6 Il trattamento dei lavoratori dell’impresa sociale ed i controlli su di essa
1.7 I rapporti fra la qualifica di “impresa sociale” e quelle di ONLUS, di “ente non commerciale” e di cooperativa sociale
1.8 L’impresa di agricoltura sociale disciplinata dalla Legge n° 141 del 2015
1.9 La “società benefit” introdotta dalla Legge n° 208 del 2015
Allegati
Isbn: 9788868052836