Il recesso dal rapporto di lavoro subordinato può attuarsi unicamente nella duplice forma del licenziamento intimato dal datore di lavoro oppure delle dimissioni rassegnate dal lavoratore, mentre non è possibile introdurre un terzo genere di recesso con la previsione di un comportamento, giudicato significativo dell'intenzione di recedere, ma svincolato dall'effettiva volontà del soggetto e che non ammetta prova contraria. Questa la decisione della Corte di Cassazione sezione lavoro nella sentenza n. 1025 del 21 Gennaio 2015.
IL CASO
IL COMMENTO
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