Nel caso delle cosiddette "frodi carosello", il Fisco deve dimostrare non solo gli elementi di fatto caratterizzanti la frode (ovvero l'inesistenza di un’autonoma struttura operativa del cedente e il mancato pagamento dell’imposta come modalità preordinata al conseguimento fraudolento di un utile da parte della cd. “cartiera”), ma anche la consapevolezza di essi da parte del cessionario, quindi la sua connivenza nella frode, anche attraverso presunzioni semplici, ai sensi dell'art. 54, comma 2, del Dpr 633/72, purché connotate da gravità, precisione e concordanza. A sancirlo la Corte di Cassazione con sentenza del 5 dicembre 2014, n. 25779.
IL CASO
IL COMMENTO
1. Operazioni soggettivamente inesistenti: prova della frode e coinvolgimento del cessionario-committente
2. La sentenza annotata
IL TESTO INTEGRALE DELLA SENTENZA