eBook in pdf di 119 pagine sul sistema dei controlli degli Enti del Terzo settore.
Aggiornato con la Circolare n. 9/2022 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
La previsione di strumenti di controllo negli ETS è stata accolta con favore, rappresentando un presupposto indispensabile ai fini della realizzazione degli obiettivi di correttezza e trasparenza perseguiti dalla Riforma.
Il controllo, infatti, è funzionale alla tutela di tutti gli interessi convergenti nel Terzo settore:
Tuttavia, nell’attuazione dei suddetti obiettivi, il Codice del Terzo Settore ha delineato un sistema policentrico, articolato e molto complesso che suscita perplessità: esso presenta ridondanze e duplicazioni che pregiudicano la funzionalità stessa del sistema in termini di efficacia ed efficienza, oltre al rischio concreto che la concorrenza tra competenze di organi diversi può generare conflitti di giurisdizione e di giudicato nel senso lato del termine.
La scarsa precisione nel linguaggio utilizzato contribuisce a rendere il sistema poco chiaro: i termini impiegati (controllo, monitoraggio, vigilanza) non sempre corrispondono a concetti diversificati e dal contenuto certo.
Pur nella farraginosità della disciplina, è possibile distinguere i controlli svolti da organi interni all’ente da quelli svolti da soggetti esterni ad essi ed è proprio sulla base di questo criterio di classificazione che procederemo all’esame delle diverse disposizioni del Codice del Terzo Settore, non prima però di aver sottolineato alcune condivisibili considerazioni della dottrina.
Pur rappresentando indubbiamente un appesantimento degli oneri imposti agli ETS, spesso peraltro non adeguatamente graduali e proporzionati, il Consiglio Nazionale di Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) considera il regime dei controlli “un elemento cruciale di trasparenza e garanzia per tutti gli stakeholder coinvolti e, quindi, uno strumento essenziale per la buona riuscita della Riforma del Terzo settore.
Del resto soltanto un sistema che privilegi il controllo continuativo e sostanziale dell’interesse generale perseguito, rispetto a finalità meramente egoistiche, indipendentemente dalla qualificazione dell’attività svolta per il raggiungimento dello scopo, consentirà di reprimere o dissuadere in origine tutti i fenomeni di abuso della qualifica di ETS”.
Con specifico riferimento alla nomina dell’organo di controllo, il CNDCEC invita gli ETS a non considerarla come un mero dovere di conformità alla normativa bensì come un’opportunità per realizzare un efficiente sistema di governance, tanto da suggerire anche ai soggetti per i quali la nomina è facoltativa di procedere in tale direzione, naturalmente previa valutazione della fattispecie concreta.
È dunque fondamentale che tutti gli operatori a diverso titolo coinvolti nella gestione e nella consulenza agli Enti del Terzo Settore acquisiscano una conoscenza sufficientemente approfondita della materia dei controlli, alla quale si auspica di contribuire con il presente scritto.
Considerazioni introduttive
1. I controlli interni
1.1 L’organo di controllo
1.1.1 Le “Norme di comportamento dell’organo di controllo degli enti del Terzo settore” elaborate dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
1.1.2 Quando è obbligatorio l’organo di controllo. Composizione monocratica e composizione collegiale.
1.1.3 I requisiti di professionalità ed indipendenza.
1.1.4 Nomina e accettazione dell’incarico.
1.1.5 Gli ambiti da presidiare.
1.1.5.1 L’osservanza della legge e dello statuto.
1.1.5.2 Il rispetto dei principi di corretta amministrazione.
1.1.5.3 Il rispetto delle disposizioni del d.lgs. n. 231/2001 e i rapporti con l’Organismo di Vigilanza
1.1.5.4 L'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile e il suo concreto funzionamento.
1.1.5.5 L’adeguatezza del sistema di controllo interno
1.1.5.6 L'osservanza delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
1.1.5.7 La conformità del bilancio sociale alle linee guida ministeriali. Il bilancio di esercizio, il patrimonio minimo e gli obblighi antiriciclaggio.
1.1.5.8 Scioglimento ed estinzione dell’ente, devoluzione del patrimonio
1.1.6 Poteri di ispezione dell’organo di controllo
1.1.7 Poteri-doveri dell’organo di controllo nei confronti dell’organo di amministrazione.
1.1.8 Rapporti con gli altri organi sociali.
1.1.8.1 Partecipazione all’assemblea degli associati
1.1.8.2 Partecipazione alle riunioni dell’organo di amministrazione
1.1.8.3 Scambio di informazioni con il revisore legale dei conti
1.1.8.4 Rapporti con il sistema di controllo interno
1.1.9 Le riunioni e le deliberazioni dell’organo di controllo
1.1.10 Le relazioni dell’organo di controllo
1.1.10.1 Relazione all’assemblea
1.1.10.2 Relazione da includere nel bilancio sociale
1.1.11 Il compenso ai componenti dell’organo di controllo
1.1.12 Cessazione dall’incarico
1.1.13 La responsabilità dei componenti dell’organo di controllo
1.2 Il revisore legale dei conti
1.2.1 Quando è obbligatorio il revisore legale dei conti
1.2.2 I requisiti e il conferimento dell’incarico
1.2.3 Lo svolgimento della revisione legale
1.2.4 La responsabilità del revisore
1.2.5 Il Codice Etico per i revisori legali
1.2.6 La retribuzione per l’incarico di revisione
1.2.7 Cessazione anticipata dell’incarico
1.3 Il codice della crisi: estensibilità degli indicatori di allerta agli enti del terzo settore
1.4 Decorrenza degli obblighi di nomina dell’organo di controllo e del revisore legale
2. I controlli esterni
2.1 Il ministero del lavoro e delle politiche sociali
2.2 Gli uffici del registro unico nazionale del terzo settore
2.2.1 I requisiti necessari per l’iscrizione nel RUNTS: il contenuto necessario dell’atto costitutivo e dello statuto, oggetto del controllo.
2.2.2 Verifiche per l’iscrizione in caso di trasmigrazione di ODV e APS e di iscrizione su domanda
2.2.3 Il controllo triennale degli enti iscritti e la cancellazione dal RUNTS
2.2.4 Oggetto del controllo nella procedura di estinzione degli ETS e nella procedura di devoluzione del patrimonio
2.2.5 Il controllo sulle fondazioni secondo l’articolo 90 del Codice Terzo Settore: una norma da ripensare
2.3 Altri organismi previsti dal codice del terzo settore con funzioni di vigilanza e controllo
2.3.1 Il Consiglio Nazionale del Terzo Settore
2.3.2 I Centri di Servizio per il Volontariato
2.3.3 Organismo nazionale di controllo dei centri di servizio per il volontariato
2.3.4 Organismi territoriali di controllo dei centri di servizio per il volontariato
2.4 I controlli fiscali, l’accertamento dei requisiti per l’iscrizione al runts e il godimento dei regimi fiscali agevolati
2.4.1 La Guardia di Finanza.
2.5 Le altre pubbliche amministrazioni e gli enti territoriali
2.5.1 I rapporti delle “altre pubbliche amministrazioni” con gli Uffici del RUNTS
2.6 Il controllo giurisdizionale
3. Particolari forme di controllo
3.1 L’organismo di vigilanza
3.2 Le reti associative
3.3 Il controllo del notaio nelle fasi di costituzione, approvazione delle modifiche statutarie e di riconoscimento della personalità giuridica di enti già iscritti al RUNTS o che intendono iscriversi
3.3.1 Il controllo del notaio sull’atto costitutivo
3.3.2 Insussistenza delle condizioni per la costituzione, rifiuto del notaio e procedimento ex art.22, comma 3, CTS; la ratio del silenzio-rifiuto
3.3.3 Il controllo del notaio sul requisito patrimoniale
3.3.4 Il Consiglio Notarile di Milano sull’“Ottenimento della personalità giuridica da parte di associazione non riconosciuta mediante l’iscrizione al RUNTS e da parte di associazione non riconosciuta che già possieda la qualifica di ETS”
3.4 Il ruolo del diritto di accesso degli associati nel sistema dei controlli
3.5 Il cosiddetto monitoraggio civico
Utile guida in pdf di 119 pagine sul sistema di controlli degli Enti del Terzo settore come opportunità per realizzare un efficiente sistema di governance.
Aggiornato con la Circolare n. 9/2022 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Isbn: 9788891653888